Il clan si sarebbe rivolto al primario per ottenere, grazie alle amicizie che il professionista vantava con politici, l’assegnazione di pontili a Mergellina. Lo rivela il pentito di camorra Gennaro Panzuto, esponente di un clan della zona della Torretta, al pm Henry John Woodcock nell’ambito dell’inchiesta sulla sanita’ a Napoli in riferimento al ruolo di Paolo Iannelli, primario ortopedico dell’ospedale Cardarelli e proprietario della clinica Villa del Sole, arrestato nel corso dell’indagine sulla sanita’.

Il verbale delle dichiarazioni di Panzuto e’ stato depositato oggi agli atti del Tribunale del Riesame davanti al quale si sta svolgendo l’udienza relativa alla istanza di annullamento dell’ordinanza di custodia in carcere avanzata dai legali di Iannelli. Le dichiarazioni, ad avviso dei pm Francesco Curio e Henry John Woodcock, rafforzano il quadro accusatorio nei confronti del primario, chiamato a rispondere di una serie di presunti illeciti, tra i quali il ”dirottamento” di pazienti dall’ospedale alla casa di cura di cui e’ titolare. E’ stato lo stesso Panzuto ad aver chiesto ai magistrati di essere interrogato. Agli inquirenti ha precisato di essere un esponente di primo piano del clan Piccirillo che opera nella zona di Mergellina-Torretta (”ho ricoperto prima il ruolo di braccio armato e poi quello di capo dell’organizzazione”). Il collaboratore di giustizia ha spiegato di aver chiesto di essere ascoltato dopo aver appreso dell’arresto di Iannelli, precisando di averlo incontrato due volte nel suo studio privato alla clinica Villa del Sole. ”Lo ricordo come un uomo arrogante, pieno di se’ e attaccatissimo al denaro”, ha affermato. il pentito, dopo aver affermato che Iannelli ”era legatissimo sia a Rosario Piccirillo che al fratello Ciro Piccirillo” (due boss dell’omonimo clan, ndr) ha sostenuto di essersi recato dal medico insieme con Rosario ”per chiedere di interessarsi e di intervenire su alcuni suoi amici politici in relazione all’assegnazione ad un consorzio controllato dal nostro clan di uno dei pontili dove sono ormeggiate le barche nel porto di Mergellina”. Per il pentito ”tale aiuto era importante perche’ in quel momento, siamo nel 2005, il clan camorristico Scognamiglio di Santa Lucia voleva invadere anche il business dei pontili di Mergellina; dunque dal momento che gli Scognamiglio erano molto ammanigliati politicamente, Piccirillo decise di rivolgersi a Iannelli anche lui ammanigliato politicamente”. Il professionista ”si mise a disposizione e – ha aggiunto il collaboratore – e disse a me a Ciro Piccirillo che conosceva due politici, di cui non ricordo il nome, che gli dovevano delle cortesie e che si sarebbe rivolto a loro per chiedergli di intervenire”. ”Mi risulta – ha affermato poi Panzuto – che la vicenda dei pontili di Mergellina si sia un po’ rallentata perche’ proprio poco dopo Rosario Piccirillo e alcuni nostri affiliati commisero un’estorsione e lesioni ai danni degli Scognamiglio e furono arrestati. Tuttavia mi risulta che successivamente il consorzio facente capo a Rosario Piccirillo si sia aggiudicato la gestione di uno dei pontili di Mergellina sempre grazie a Iannelli”. Secondo il pentito ”Iannelli era ben consapevole della caratura criminale mia, di mio zio Rosario Piccirillo e di Ciro Piccirillo, che tra l’altro entravamo e uscivamo dal carcere”. ”In due occasioni nel 2005 presso il suo studio parlammo espressamente degli equilibri criminosi a Napoli e dei nostri rapporti con il clan Licciardi e al riguardo il prof. Iannelli mostro’ di sapere perfettamente i nostri legami con il clan Licciardi”.

 

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