Condotte illecite non solo al Cardarelli. E’ questa l’ipotesi che in questi giorni circola in Procura aNapoli nell’inchiesta che vede coinvolti nomi noti della sanita’ napoletana, a cominciare da Paolo Iannelli, detenuto a Poggioreale, che respinge comunque tutte le accuse. I sostituti Francesco Curcio ed Henry John Woodcock, coordinati dal Procuratore Aggiunto Franco Greco, stanno acquisendo nuovi elementi. Testimonianze anzitutto, che supportano quanto scritto dal Gip nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere il primario della divisione di ortopedia del Cardarelli: “Pazienti trattati in modo odioso”.

Difeso dagli avvocati Bruno Von Arx e Maurizio Loiacono, Iannelli ha respinto tutte le accuse. La parola passera’ ora al Tribunale del Riesame, l’udienza non e’ stata ancora fissata. L’istanza e’ stata depositata mercoledi’ e il termine massimo per decidere e’ di 10 giorni. Ma il lavoro dei pm va avanti. In particolare cercando di ricostruire scenari inediti, nuovi coinvolgimenti nell’inchiesta o conferme di persone allo stato indagate, per le quali la posizione potrebbe pero’ aggravarsi. Una fonte giudiziaria autorevole chiarisce: “E’ presto per parlare di sviluppi immediati dell’inchiesta, ma i confini del possibile illecito fin qui circoscritti, potrebbero essere ampiamente superati”. In parole povere, l’obiettivo degli inquirenti e’ capire il ruolo di altre persone. Se, oltre al Cardarelli, la condotta “odiosa” era perpetrata in altri ospedali e/o con il beneplacito di funzionari Asl. Il materiale sequestrato nel corso delle 42 perquisizioni a carico di medici e paramedici, dipendenti di aziende ospedaliere e sanitarie napoletane, sarebbe di interesse investigativo.

 

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