Rapina al ristorante Un Posto al Sole, condannati a pene pesanti i tre malviventi. Ieri pomeriggio dopo una breve camera di consiglio il gip del Tribunale di Napoli Nord ha condannato Antonio Silvestro, 32 anni, di Secondigliano, quello che imbracciava il kalashnikov puntato anche alla testa di un bambino, a dieci anni di reclusione, mentre per Marco Giardino, 20 anni, pure di Secondigliano, la pena inflitta è di otto anni; per il terzo componente della banda seriale di Rolex, Salvatore Di Matteo, 20 anni, incensurato, residente nei Quartieri Spagnoli a Napoli, il gip ha sentenziato una pena a sei anni. La sentenza è arrivata dopo il processo con rito abbreviato, nel corso del quale il sostituto procuratore Valeria Vinci aveva richiesto pene ancora più dure per i tre imputati difesi dagli avvocati Giuseppe Riccitelli, Rosario Marino e Antonio Mormile. Si chiude così, nello spazio di appena cinque mesi, la vicenda giudiziaria seguita a quella terribile, sconvolgente, assurda rapina del 9 ottobre scorso al ristorante di Casavatore, dove quel sabato sera nelle sale del locale si trattenevano a cena circa duecento persone, tra quali tante famiglie con bimbi e neonati a seguito. Le fasi della rapina furono riprese dalle telecamere di videosorveglianza del ristorante e le immagini finite in rete sollevarono un’ondata di raccapriccio: si vedeva uno dei tre puntare il kalashnikov alla testa di un bimbo di sei anni, che ancora oggi non ha superato lo spavento per quanto era stato costretto a subire.

Subito dopo il colpo, che aveva fruttato ai malviventi un paio di Rolex e altri orologi di marca, i carabinieri della compagnia di Casoria, diretti dal maggiore Diego Miggiano, e i militari della caserma di Casavatore diretta dal luogotenente Rosario Tardocchi, coordinati dalla procura di Napoli Nord diretta dal procuratore Maria Antonietta Troncone, misero a ferro e fuoco tutto quel sottobosco di malavitosi della zona, e in particolare quei delinquenti specializzati nelle rapine dei Rolex, attività questa che costituisce l’ennesima piaga criminale per Napoli e la sua provincia, che addirittura esporta i rapinatori di Rolex in tutta Italia. Nel corso delle indagini i militari accertarono che i tre avevano progettato e tentato, nei giorni immediatamente successivi al colpo nel ristorante, altre rapine simili, poi fallite per la massiccia presenza delle forze dell’ordine sul territorio.Dopo la loro identificazione i tre furono arrestati il 21 novembre dai carabinieri di Casoria e Casavatore, presso le rispettive abitazioni, nelle quali i militari rinvennero e sequestrarono gli indumenti utilizzati nella rapina. Il loro arresto ha consentito agli inquirenti di accertare l’esistenza di una vera e propria organizzazione stabile dedita alla commissione di rapine anche mediante l’uso di armi da guerra. Ma questi tre per alcuni anni non le potranno utilizzare.

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