“Cari fratelli cardinali, confratelli vescovi, sorelle e fratelli, siamo all’apertura dell’Assemblea sinodale. E non ci serve uno sguardo immanente, fatto di strategie umane, calcoli politici o battaglie ideologiche: se il Sinodo farà questo percorso, aprirà queste porte…. No. Non siamo qui per portare avanti una riunione parlamentare o un piano di riforme. Il Sinodo non è un parlamento. No. Siamo qui per camminare insieme con lo sguardo di Gesù, che benedice il Padre e accoglie quanti sono affaticati e oppressi. Partiamo dunque dallo sguardo di Gesù, che è uno sguardo benedicente e accogliente”. Lo ha detto papa Francesco nell’omelia della messa in Piazza San Pietro per l’apertura del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità della Chiesa. Sono presenti alla messa i 464 partecipanti al Sinodo, di cui 365 membri, 54 donne per la prima volta con diritto di voto. Presenti pure i 20 delegati delle Chiese orientali e i due vescovi cinesi di nomina papale. Sono tutti di ritorno da Sacrofano dove hanno vissuto tre giorni di ritiro pre-Sinodo. Per papa Francesco, lo “sguardo accogliente di Gesù invita anche noi ad essere una Chiesa ospitale. Non con le porte chiuse”. “In un tempo complesso come il nostro – ha spiegato nell’omelia della messa di inizio Sinodo -, emergono sfide culturali e pastorali nuove, che richiedono un atteggiamento interiore cordiale e gentile, per poterci confrontare senza paura”. “Nel dialogo sinodale, in questa bella ‘marcia nello Spirito Santo’ che compiamo insieme come Popolo di Dio – ha proseguito -, possiamo crescere nell’unità e nell’amicizia con il Signore per guardare alle sfide di oggi con il suo sguardo; per diventare, usando una bella espressione di San Paolo VI, una Chiesa che ‘si fa colloquio'”. “Una Chiesa ‘dal giogo dolce’ – ha aggiunto il Pontefice -, che non impone pesi e che a tutti ripete: ‘Venite, affaticati e oppressi, venite, voi che avete smarrito la via o vi sentite lontani, venite, voi che avete chiuso le porte alla speranza: la Chiesa è qui per voi! La Chiesa delle porte aperte a tutti, tutti, tutti'”. Ricordando l’esempio di San Francesco d’Assisi e della sua ‘spoliazione’, papa Francesco ha detto: “Com’è difficile questa spoliazione, interiore ed anche esteriore, di tutti, soprattutto dell’istituzione”. “Il Sinodo serve a ricordarci questo – ha aggiunto -: la nostra Madre Chiesa ha sempre bisogno di purificazione, di essere ‘riparata’, perché noi tutti siamo un Popolo di peccatori perdonati, ambedue le cose, peccatori perdonati, sempre bisognosi di ritornare alla fonte che è Gesù e di rimetterci sulle strade dello Spirito per raggiungere tutti col suo Vangelo”.

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