SALERNO – Sul delitto di Elisa Claps “lavoreremo per non lasciare zone d’ombra o persone impunite”. Lo ha detto il procuratore capo di Salerno, Franco Roberti, questa sera, a Potenza. Sulla vicenda della studentessa il cui corpo e’ stato ritrovato nel 2010 (17 anni dopo la scomparsa) nella soffitta della chiesa della Trinita’, ci sono ancora troppe zone d’ombra: le indagini condotte in maniera approssimata, il corpo rimasto celato per tanto tempo, le testimonianze sul ritrovamento.

A novembre scorso Danilo Restivo e’ stato condannato a 30 anni di reclusione per aver ucciso Elisa Claps. La sentenza, pero’, non e’ definitiva perche’ ora ci sara’ il processo di Appello. “Ci sono cose che sfuggono al controllo dell’autorita’ giudiziaria – ha aggiunto Roberti -, e che rendono difficile il raggiungimento della verita’. Solo grazie alla tenacia dei Pm e della polizia giudiziaria abbiamo trovato traccia del Dna di Restivo. Se cosi’ non fosse stato – haconcluso il procuratore -, non so come sarebbe finita”.

 

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