Gli alloggi in corso di costruzione nei comparti housing sociale di via Della Libertà e di via Marconi anche se ultimati non possono essere abitati perché sprovvisti di agibilità. È inequivocabile e draconiana l’ordinanza adottata da Vito Buonomo, capo dell’Utc di Sant’Arpino, inviata anche al prefetto di Caserta e alla Procura della Repubblica Napoli Nord. Il responsabile del settore ha intimato ai residenti lo sgombero delle abitazioni con l’immediato inutilizzo degli ascensori e delle parti comuni soggette ad autorizzazione da parte del comando provinciale dei vigili del fuoco. Le famiglie dovranno lasciare le case al massimo entro tre giorni dalla notifica dell’atto. Nello stesso provvedimento Buonomo ha anche intimato ai residenti di provvedere entro trenta giorni al pagamento di 464 euro per “occupazione immobile in assenza del certificato di agibilità”. Normativa alla mano il capo dell’Utc rimarca che “ai fini dell’agibilità la segnalazione certificata può riguardare anche: singoli edifici o singole porzioni della costruzione, purché funzionalmente autonomi, qualora siano state realizzate e collaudate le opere di urbanizzazione primaria relative all’intero intervento edilizio e siano state completate e collaudate le parti strutturali connesse, nonché collaudati e certificati gli impianti relativi alle parti comuni; singole unità immobiliari, purché siano completate e collaudate le opere strutturali connesse, siano certificati gli impianti e siano completate le parti comuni e le opere di urbanizzazione primaria dichiarate funzionali rispetto all’edificio oggetto di agibilità parziale”. Finora la polizia municipale, che si è immediatamente attivata sotto la guida del comandante Francesco Dell’Aversana, ha individuato 13 nuclei familiari, destinatari dell’ordinanza, residenti in alloggi inagibili. Ma a breve l’elenco sarà molto più lungo. Nei prossimi giorni infatti continueranno i controlli per segnalare tutti coloro i quali vivono in case prive di certificato di agibilità. L’ordinanza giustamente colpisce anche i titolari dei permessi di costruire dei comparti destinati all’housing sociale. Sono gli imprenditori che non avrebbero dovuto vendere immobili non collaudati. Nei confronti di Santolo D’Ambra, Raffaele Soreca, Antonio Marrazzo, Pasquale Corso e Anna Limone è stato disposto “l’inutilizzo immediato delle parti comuni soggette ad autorizzazione da parte del Comando Provinciale VV.F. e degli impianti di sollevamento (ascensori)”. Insomma, il caso sollevato da Campania Notizie sull’housing sociale del comparto di via Libertà si sta allargando a macchia d’olio a tutti le aree. Pur rigettando le osservazioni dell’avvocato Luca Tozzi sulla legittimità della determina di accoglimento della richiesta di variazione degli immobili da cedere al Comune avanzata da Santolo D’Ambra, il responsabile dell’Utc Buonomo sta ponendo in essere tutti i provvedimenti per ripristinare la legalità. Bene così. A patto che a pagarne le spese siano gli imprenditori che hanno venduto appartamenti senza collaudo e non le famiglie che hanno sborsato fior fior di quattrini, con tanto di mutuo bancario, nella convinzione di acquistare abitazioni urbanisticamente in regola.  

(continua…)

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