Il sequestro di beni e immobili del governatore Christian Solinas, indagato per corruzione in un’inchiesta di un anno fa, irrompe nella campagna elettorale della Sardegna e approfondisce la crepa già aperta nel centrodestra. La finanza ha eseguito il sequestro cautelativo di beni per un valore di circa 350 mila euro nei confronti del presidente uscente e di altri sei indagati per corruzione. Una svolta giudiziaria, si ragiona in ambienti della maggioranza di governo, che potrebbe accelerare l’epilogo sul candidato del centrodestra e il possibile passo indietro di Solinas nella corsa al bis. Un epilogo che aleggia da giorni e che spalancherebbe definitivamente la strada a Paolo Truzzu, il sindaco di Cagliari spinto da Fratelli d’Italia e già in tour elettorale nei comuni più piccoli dell’isola in versione candidato in pectore. A sostegno di Solinas resta, al momento, solo la Lega che non gli ha mai tolto il sostegno. Né lo fa ora, anche se qualche distinguo di Salvini si era colto in mattinata: “Per me, in linea di principio è sempre meglio sostenere i candidati uscenti – ha il leader leghista ad Agorà – ma nel nome dell’unità della coalizione troveremo un accordo”. Intanto spiazzato dalla tegola giudiziaria, il governatore è fiducioso sul fatto che sarà riconosciuta la sua innocenza. E al Tg1 delle 20 punta il dito contro il “tempismo” sospetto dell’indagine: il sequestro “viene fatto a quattro giorni dalla presentazione delle liste e mentre si decide il candidato presidente unitario del centrodestra”. Oltre a denunciare le modalità: “Essendo in fase di indagine, stiamo parlando di atti che dovrebbero essere coperti da segreto istruttorio”. Parole che ricalcano quelle del numero due della Lega, Andrea Crippa: “Si vota il 25 febbraio e con tempismo perfetto, spuntano guai giudiziari per Solinas”. Il deputato conferma la “solidarietà al governatore” e augura “buon lavoro ai magistrati che dovranno affrontare settimane molto intense”. In silenzio il resto del partito che fa trapelare comunque che gli sviluppi dell’inchiesta non cambieranno le carte in tavola. In altre parole se l’attuale governatore farà un passo indietro, non dipenderà dalle indagini e dai pm. Insomma per ora la Lega non molla la partita anche se più fonti di maggioranza scommettono sul fatto che l’agonia abbia ormai le ore contate e una decisione arriverà a breve. Né intende cedere sulla querelle del terzo mandato ai governatori, escamotage per blindare il Veneto che andrà al voto nel 2025. Salvini conferma che il terzo mandato – su cui restano le riserve di Forza Italia – “è una questione di democrazia” e comunque ostenta ottimi rapporti con Giorgia Meloni: “sono assolutamente sereni”, assicura. In standby è pure il Partito sardo d’Azione, che ha confermato il nome di Solinas nel logo depositato giorni fa e si è dato tempo fino a venerdì per sciogliere la riserva. Allora, sarà il consiglio nazionale a prendere la decisione definitiva, dopo che non ci è riuscita nemmeno la direzione nazionale, a lungo in seduta permanente. I sardisti sarebbero di fronte a un bivio: fermarsi e sostenere Truzzu oppure azzardare uno strappo e correre da soli. In ogni caso i giochi si chiuderanno lunedì quando scade il termine per presentare le liste e per gli apparentamenti. Dal punto di vista giudiziario, nel primo filone dell’inchiesta, assieme a Solinas risultano indagati l’imprenditore Roberto Zedda e il consigliere regionale Nanni Lancioni. In particolare, sotto i riflettori degli inquirenti c’è la compravendita, da parte di Zedda, di una proprietà di Solinas a Capoterra e il successivo acquisto di una casa da parte del presidente della Regione vicino al Poetto di Cagliari.

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