ARIANO IRPINO – Introdurre nelle scuole italiane l’insegnamento della morale laica come nuova materia, cosi’ come si appresta a fare la Francia? Anche la sola ipotesi viene sostanzialmente bocciata, pur con qualche distinguo e timide aperture,

dai rappresentanti delle tre grandi religioni monoteistiche, il cristianesimo, l’ebraismo, l’islamismo, come spiegano all’Adnkronos il vescovo ausiliare di Roma Lorenzo Leuzzi, responsabile vicarile per la pastorale universitaria, il rabbino Riccardo Di Segni a capo della comunita’ ebraica romana e l’imam Sergio Pallavicini, vicepresidente della comunita’ religiosa islamica italiana, presenti ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino, al meeting su ‘Le due culture’, organizzato al Campus Biogem. Concede il vescovo Leuzzi: “Forse, potrebbe servire per quegli studenti che non si avvalgono dell’insegnamento religioso nelle scuole. Certo, bisogna prima capire cosa significa ‘morale laica’. Per i cattolici esiste una sola vera morale ed e’ quella che coincide e converge con l’esperienza cristiana.

In tal senso il sostantivo ‘morale’ non ha bisogno dell’aggancio ad un aggettivo, sia esso ‘cristiana’ oppure ‘laica’, che lo completi”. Per il porporato, “predicare o insegnare la morale si puo’ intendere allora come un servizio per promuovere la formazione sociale dell’uomo e, nel caso specifico, dei giovani. Tutto poi dipende, ovviamente, dai contenuti che si intenderebbero dare a questo insegnamento ripeto: la vera morale non puo’ che coincidere anche con quantio propone la Chiesa cattolica, che si basa su principi universali validi nel tempo e nello spazio, perche’ la vera morale -spiega il vescovo Leuzzi- si fonda sulla realta’ e la realta’ e’ unica. Come non vi possono essere contemporaneamente due realta’, cosi’ non possono darsi due morali”.

 

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