Napoli ha salutato oggi per l’ultima volta Armando Zigone, detto Armandino. Il cantante e musicista napoletano, classe 1922, è morto sabato, all’età di 91 anni, stroncato da un infarto e oggi è stato sepolto circondato dall’affetto dei suoi cari.

Una carriera nel mondo della musica iniziata da autodidatta. Chitarrista e cantante, Armandino arriva a essere conosciuto a livello nazionale quando nel 1943 Marino Marini, dopo averlo ascoltato, gli propone di entrare a far parte del suo complesso. Iniziano le esibizioni, anche oltre oceano a bordo della nave che collega Napoli a New York. Alla fine del decennio, l’incontro con Peter Van Wood che, giunto in Italia e poi a Napoli, culla della musica, lo ingaggia come cantante e bassista. Un connubio che dura alcuni anni e con cui Armandino gira l’Italia da Nord a Sud fino a quando alla metà degli anni Cinquanta. E allora, che il cantante napoletano decide di fondare un proprio complesso, dando così vita a ‘Armandino e il suo quintetto’ con altri giovani musicisti. Con il gruppo, come ricorda il figlio Giuseppe, Armandino ha girato l’Italia, esibendosi in importanti locali che andavano di moda in quegli anni come la Bussola e la Capannina di Viareggio, locali a Forte dei Marmi, Capri, Positano, ma anche locali di Milano e Torino. Vasto il repertorio del musicista-cantante autodidatta costituito da grandi classici della canzone napoletana. Con l’avanzare dell’età, Armandino non abbandona la musica continuando a suonare la sua chitarra. “Quella di mio padre – ha raccontato il figlio Giuseppe – è stata una vita dedicata alla musica. E’ stato un artista instancabile e oggi posso dire con serenità di aver avuto un padre di cui sono orgoglioso”.

 

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