AVELLINO – Continua il braccio di ferro alla Irisbus di Valle Ufita, in provincia di Avellino, tra azienda e lavoratori che da 107 giorni sono in sciopero e presidiano i cancelli contro la decisione della Fiat di dismettere lo stabilimento che dal 1978 produce autobus urbani ed extraurbani.

Stamattina altri quattro operai sono stati ‘avvisati’ della procedura disciplinare aperta nei loro confronti in seguito a quanto accaduto il 15 ottobre scorso quando circa 200 lavoratori impedirono l’uscita di una ventina di autobus che dovevano essere consegnati al comune di Torino. Le contestazioni, che potrebbero precludere al licenziamento in tronco, riguardano Nicola Palmarozza, Salvatore D’Avanzo, Gennaro Ianniciello e Antonio Steriti. Analogo provvedimento era stato adottato dalla Fiat la scorsa settimana nei confronti di altri due operai, Dario Meninno, delegato sindacale della Fiom, e Raffaele Colello. I lavoratori adesso hanno sette giorni di tempo per presentare le controdeduzioni ma già stamattina, per sottolineare la compatezza delle maestranze, sui cancelli dello stabilimento è stato esposto uno striscione con la scritta ‘Licenziateci tutti’. Particolarmente critici anche i sindacati che ritengono quella della Fiat “una provocazione che arriva nel momento più delicato della vertenza”. Infatti, nei prossimi giorni sono attesi in Valle Ufita gli emissari della Dfm, la multinazionale cinese che ha manifestato l’interesse a rilevare lo stabilimento per continuare la produzione di autobus. “Siamo pronti a riprendere l’attività produttiva- dicono le Rsu a nome dei 683 dipendenti- a scopo esclusivamente dimostrativo per consentire agli eventuali acquirenti di farsi una idea precisa delle grandi potenzialità di una fabbrica ultramoderna che Fiat vuole dismettere”.

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