SALERNO – OUT OF BOUNDS Drammaturgie fuori confine, la Nuova Stagione Teatrale 2012-2013 dello Studio Apollonia di Salerno iniziata ad ottobre 2012 sta per concludersi.
Gli spettacoli fino ad ora presentati dalla Direzione Artistica dell’Officina Teatrale L.A.A.V. sono: Il Pendolo” di Aldo Nicolaj, con Antonella Valitutti e Alessandro Budroni, per la regia di Virginia Acqua; “Piano B” di e con Paride Cicirello; “Un incendio nel cuore – Sarajevo/Majakovkij dissolvenze sonore” con Igor Canto e Cristina Recupito, per la regia di Igor Canto; “Zitto” con Gianluca Musiu e Clara Sancricca, drammaturgia e regia Gianluca Musiu; “Prima Vedere Cammello”, con Peppe Lanzetta, Jennà Romano e Antonella Raimondi, drammaturgia e regia di Peppe Lanzetta; “IosonoGesuCristo” da, per e con Antonin Artaud, conFrancesca Iovine e Dimitri Tetta, adattamento e regia diGiovanni Granatina; “Il posto delle patate” di Georges Pèrec, regia di Rosi Giordano; “On Air”, una messa in scena dai racconti di Stefano Benni, con Antonio e Raffaele Speranza, adattamento e regia Raffaele Speranza.
Il programma della nuova stagione teatrale indipendente dedicata alla drammaturgia contemporanea proseguirà con la Compagnia MELISMA che presenterà, sabato 16 alle ore 21:00 e domenica 17 marzo alle ore 18.00, allo Studio Apollonia di Salerno, “TRAUMDEUTUNG quartetto per una voce femminile e tre voci maschili” di Edoardo Sanguineti, con Emilio Barone, Loredana Mauro, Francesco Petti e Carlo Roselli.
Regia Compagnia Melisma, luci e fonica: Franco Pescetti. Musiche: Salvatore Sciarrino, Giovanni Battista Pergolesi.
Quattro monologhi intrecciati, quattro sogni sovrapposti, un concerto di voci denso di consonanze e dissonanze di senso e di suono.
Un intreccio onirico tra persone apparentemente sole che sottintende un parallelo intreccio di vite. Una musica di parole che cercano il proprio significato e lo trovano infine nell’essere semplicemente se stesse, in relazione fra loro.
Due sono le parole chiave che possono definire l’attività teatrale di Edoardo Sanguineti, cioè “dramaturg” e “committenza”. La prima per Sanguineti definisce “una figura diversa dall’autore e diversa dal regista. Dramaturg è colui che progetta le modalità della realizzazione scenica, e poi, lavorando sul canovaccio o sul copione dato dall’autore, sul testo letterario, diciamo così lo gira, dopo averlo in qualche modo elaborato e ripensato, al regista che lo realizza, poi, con gli attori”. La committenza invece è stata definita da Luigi Gozzi, primo regista teatrale di Sanguineti drammaturgo, “non solo condizione indispensabile, ma che comporta una ben precisa impostazione del lavoro che lo scrittore dovrà svolgere: non solo l’indicazione di un testo che egli dovrà ‘adattare’, o tradurre o manomettere, e comunque modificare, ma anche, come dice lo stesso Sanguineti ‘un idea’ di teatro”. Le premesse teoriche stavano già in Laborintus e nel contesto estetico, filosofico ed ideologico da cui si produsse quella raccolta clamorosamente anticipatoria di un movimento che caratterizzerà, con la sua carica di rinnovamento non solo artistico, la nostra cultura dagli anni sessanta del 900. Il travestimento ed il teatro sono dunque una risposta a quei quesiti fondativi, tentando da una parte (il dramaturg) di recuperare, attraverso il lavoro sul testo, un senso significativo alla parola, a partire dalla fisicità del suo suono (“anche il testo, dice, è una realtà del corpo”), e dall’altra (la committenza) ricostruendo una relazione ‘positiva’ con la Società con funzione di rinnovamento e, se vogliamo, rivoluzione. Da K, e poi Passaggio, Traumdeutung, Protocolli e fino a Storie Naturali, Sanguineti comincia ad elaborare gli elementi sintattici e linguistici essenziali del travestimento, che dunque programmaticamente rispondono a sue specifiche esigenze estetiche: “Legato all’idea di un teatro di parola, – scriveva nel 1965 lo stesso Sanguineti in Menabò – e perciò nemico di ogni didascalia (e amico di un linguaggio che susciti e decida da solo lo spazio teatrale, e la scena, e il gesto) dovevo, prima o poi, scrivere una cosa come Traumdeutung, che porta questa idea al limite, e per tanto, ovviamente la rovescia. Ecco di conseguenza, uno psicodramma, mimato da voci trattate strumentalmente, e alle quali è negata ogni possibilità di dialogo”.
L’Autore è stato presente alla prima nazionale dello spettacolo svoltasi il 24 febbraio 2006 presso il Teatro San Genesio di Salerno e ha dichiarato: “È un testo che ho visto in molte versioni perché ha avuto molta fortuna. (…) Fra le molte realizzazioni che ho visto, devo dire che due mi sono piaciute molto: una volta a Parigi, in traduzione francese, e c’erano degli attori assolutamente straordinari. (…) La seconda volta che mi è piaciuto moltissimo è questa sera”.
Traumdeutung è prima di tutto un gioco. Un gioco teatrale sulla parola, sul suono, ma anche, nonostante l’apparente staticità, sul corpo in scena. Del gioco ha la serietà, la precisione e la voglia di sorprendersi. Un intreccio onirico tra persone apparentemente sole che sottintende un parallelo intreccio di vite. Una musica di parole che cercano il proprio significato e lo trovano infine nell’essere semplicemente se stesse, in relazione fra loro. Un quartetto di musica classica dove al posto degli strumenti ad arco suonano le voci. Voci che non cantano, ma parlano, provano a raccontare, si sovrappongono e giocano ritmicamente tra di loro. All’andamento musicale si uniscono i gesti, a incrociare gioco sonoro e gioco fisico. Quattro sogni diversi ma legati, raccontati a intermittenza a uno spettatore che diventa quasi lo psicanalista dell’attore. Ma all’improvviso tutto cambia il pubblico torna a essere spettatore di quel che avviene in scena: una camera da letto, una donna e i suoi incubi clowneschi.
Melisma suona, fa teatro, realizza progetti, laboratori e spettacoli con ragazzi, artisti e persone, legge, ascolta, viaggia, va ovunque la accolgano. Dal 1997 ha incontrato, tra gli altri, Compagnie du Théatre Poème di Dakar, DSM di Cava, Università “Federico II” di Napoli, Teatro Studio di Salerno, TeatrAzione di Salerno, Casa Babylon Teatro di Pagani, Teatrino a Due Pollici di Bologna, Vincenzo Pirrotta, Pasquale De Cristofaro, Edoardo Sanguineti, Peppe Lanzetta. È stata avvistata anche al Ferrara Buskers Festival, all’RTN Festival di Ljubljiana, all’Europäische Kulturforum di Grossraming, a Kaolack, alla Galleria Toledo di Napoli, al Teatro Vascello di Roma, alla festa di Lapis a Catania, a Palermodiscena.