Schermaglie stamattina davanti ai cancelli della Irisbus di Valle Ufita, in provincia di Avellino, dove da ieri e’ convocata l’assemblea permanente dei lavoratori dopo l’incontro senza esito di mercoledi’ a Roma presso il ministero dello Sviluppo Economico. Circa cinquecento operai si sono presentati all’ingresso per entrare a lavorare ma su disposizione dell’azienda sono stati invitati dal servizio di vigilanza interno a tornare indietro. Ai cancelli sono arrivati i carabinieri, chiamati dagli stessi operai, perche’ verbalizzassero l’accaduto.

Nella incertezza di queste ore, sarebbe questo un punto a favore di sindacati e operai che cosi’ avrebbero dimostrato che la fabbrica non e’ stata di fatto occupata e che il blocco della residua produzione di autobus, rimasti incompleti sulle linee, non e’ addebitabile ai lavoratori. Intanto, la mediazione che ieri ha rilanciato il ministro Paolo Romani, che ha chiesto alle parti di riprendere la trattativa partendo dalla conferma di Valle Ufita come sito produttivo e dalla garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali, viene commentata dalla Rsu di Valle Ufita senza grande entusiasmo. ”Si tratta di capire – dice Dario Meninno della Fiom Cgil – se intendiamo partire dallo stesso punto: il nostro e’ quello di stabilire prioritariamente che l’Irisbus di Valle Ufita e’ un sito produttivo dedicato alla costruzione di autobus. Se cosi’ non fosse, non sappiamo su cosa dobbiamo trattare”. Mediazione ministeriale sulla quale interviene anche il segretario confederale della Cisl (rpt. della Cisl), Luigi Sbarra. ”La situazione rischia di produrre tensioni e costi sociali altissimi. Il governo – chiede Sbarra – insieme alle Regioni devono seriamente cooperare per ricercare urgentemente risorse e interventi per il rilancio del trasporto pubblico locale e per rinnovare il parco autobus circolante. La Fiat dal canto suo deve rimuovere gli annunciati propositi di cessazione delle attivita’ produttive e dismissione dell’impianto, tanto piu’ in assenza di diverse soluzioni industriali che siano convincenti ed equivalenti”.

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