Il biologico continua a crescere nonostante la crisi. Gia’ l’osservazione sul primo quadrimestre del 2011 ad opera dell’Ismea aveva rilevato un incremento del mercato del biologico pari all’11 % rispetto al 2010 a conferma che il consumatore si rivolge sempre di piu’ verso un prodotto di alta qualita’ e sicurezza.

Dal rapporto ‘Bio in cifre 2010′ stilato da Sinab (Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) risulta inoltre che la superficie biologica italiana e’ pari a 1.113.742 ettari (ha) con un incremento, rispetto all’anno precedente, dello 0,6% e con la presenza di 47.663 operatori impegnati nel settore, di cui: 38.679 produttori esclusivi, 5.592 preparatori (comprese le aziende che effettuano attivita’ di vendita al dettaglio), 3.128 che effettuano sia attivita’ di produzione che di trasformazione, 44 importatori esclusivi, e 220 importatori che effettuano anche attivita’ di produzione o trasformazione. Nel comparto della zootecnia e’ riscontrabile un incremento, rispetto agli anni precedenti, del numero dei capi per tutti i tipi di allevamenti. E’ il Sud, invece, che detiene il numero maggiore di aziende biologiche (Sicilia e Calabria) mentre al nord prevale il numero di aziende di trasformazione nel settore, in particolare in Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia. Tuttavia, emerge una forte disomogeneita’ tra le diverse aree del Paese sia del numero degli operatori del settore (NO) che della superficie agricola utilizzata (SAU). Vi sono regioni come la Sardegna (+46,9% NO; +43,7% SAU), la Sicilia (+12,1% NO ; +9,3% SAU), la Lombardia (+7,2% NO; +8,3% SAU), la Valle d’Aosta (+2,5% NO; +24,2% SAU) che hanno conosciuto una importante crescita del settore e altre, come la Basilicata (-58,2% NO; -54,7% SAU), la Puglia (-15,3% NO; -1,8% SAU), la Liguria (-1,9% NO; -6,3% SAU), le Marche (-8,3% NO; -7,6% SAU), che invece hanno assistito ad una flessione vertiginosa del settore. Altre ancora come il Lazio (-0,1% NO; +6,3% SAU), il Veneto (+7,2 % NO; -3,5% SAU), il Piemonte (-13% NO; -6,4% SAU) presentano una diversita’ di andamento fra il numero di operatori e superficie agricola.

 

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