“L’euro non e’ in crisi” ed “e’ stabile in termini di beni e servizi” ed anche “in termini di cambio con il dollaro”. E inoltre “se l’Italia non fosse nella zona euro, emettere titoli italiani in lire sarebbe un’impresa ancora piu’ ardua”. E’ l’ex Commissario Ue Mario Monti a rispondere cosi’,

in una lettera aperta pubblicata oggi dal “Corriere della Sera”, al premier Silvio Berlusconi riguardo le dichiarazioni sull’euro del Presidente del Consiglio, di venerdi’ scorso. Dichiarazioni, sottolinea Monti dalle pagine del quotidiano di Via Solferino, che, a suo parere, “meritano un’analisi a freddo” e che “contengono alcune affermazioni fondate e altre infondate”. Per Monti, inoltre, “anche le parole non sorvegliate hanno un costo” e le affermazioni del Premier sull’euro “in Europa e nei mercati accrescono i dubbi sulla convinzione e la determinazione del governo italiano”. L’ex Commissario Ue ed economista di rango internazionale scrive dunque a Berlusconi per “richiamare la sua attenzione” riguardo le dichiarazioni sull’euro che, dice Monti, “fanno sorgere, accanto ad una remota speranza, serie preoccupazioni”. “Se la Sua diagnosi coglie bene una gracilita’ di fondo dell’adolescente euro, -scrive ancora Monti a Berlusconi- mi sembra pero’ che Lei la applichi a malanni che, in questo momento, il nostro adolescente non ha. Lei rappresenta un euro in crisi, a seguito di attacchi speculativi e aggiunge: ‘E’ proprio per difendere l’euro dall’attacco speculativo che l’Italia sta facendo pesanti sacrifici’. Questo no, signor presidente”. “L’euro -afferma Monti- non e’ in crisi. In questi 12 anni, e ancora attualmente, l’euro non manifesta nessuno dei due sintomi di debolezza di una moneta. E’ stabile in termini di beni e servizi (bassa inflazione) ed e’ stabile (qualcuno direbbe, anzi, troppo forte) in termini di cambio con il dollaro. Gli attacchi speculativi ci sono, spesso violenti. Ma non sono attacchi contro l’euro”. “E non e’ vero che ‘risulta problematico collocare i titoli del debito pubblico’. Gli attacchi -continua Monti- si dirigono contro i titoli di Stato di quei Paesi appartenenti alla zona euro che sono gravati da alto debito pubblico e che hanno seri problemi per quanto riguarda il controllo del disavanzo pubblico o l’incapacita’ di crescere (e di rendere cosi’ sostenibile la loro finanza pubblica) perche’ non hanno fatto le necessarie riforme strutturali. E’ questo il caso dell’Italia, dopo che in prima linea si erano trovati la Grecia e altri Paesi. Per questo, da qualche tempo, e’ diventato problematico collocare i titoli del debito pubblico italiano”. “E di una cosa, signor presidente, puo’ essere certo: se l’Italia non fosse nella zona euro, emettere titoli italiani in lire sarebbe un’impresa ancora piu’ ardua” aggiunge l’ex Commissario Ue. “Che l’Italia stia facendo pesanti sacrifici, e’ vero. Essi sono piu’ pesanti -prosegue ancora Monti- di come sarebbero stati se si fosse ammesso per tempo il problema di una crescita inadeguata”. “Confido, signor presidente, – aggiunge ancora Monti- che prevalga in Lei l’ambizione di riportare l’Italia nel ruolo che le appartiene in Europa, accelerando in silenzio il risanamento, rispetto a quello di un successo elettorale a tutti i costi per la Sua parte politica, ma in un Paese sempre piu’ populista, distaccato dall’Europa e magari visto come responsabile di un fallimento dell’integrazione europea”.

 

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