di Riccardo D’Antonio

Ammetto che l’operato del governo Monti finora non mi è per niente piaciuto: un’azione iniqua e inconcludente dal punto di vista della riduzione del debito pubblico e della mancanza di crescita economica, problemi principali del nostro Paese, e un’assenza quasi imbarazzante dalla scena politica europea.

Sono rimasto perciò stupito dal leggere la sua dichiarazione che invitava ad affrontare il problema del debito in ambito comunitario perché “nessun paese europeo è abbastanza forte per andare avanti da solo”. Proprio questo dovrebbe essere lo spirito con cui bisogna cercare una soluzione: nessun paese infatti è abbastanza forte per poter passare indenne da un’eventuale aggravarsi della crisi (e i dati sulla produzione industriale tedesca divulgati in settimana infatti lo dimostrano) né, tantomeno, è abbastanza forte da poter ridurre in tempi brevi e solo con misure di austerità un’imponente mole di debito pubblico (il caso dell’Italia è emblematico).

Il mondo ormai è completamente globalizzato e integrato quindi un modello di autarchia economica e sociale è non solo improponibile ma anche inattuabile (ammesso che lo sia mai stato). Al prossimo vertice europeo con Francia e Germania, la linea dell’Italia dovrebbe essere quella di una costruttiva ma ferma volontà di addivenire ad una soluzione definitiva in ambito europeo: possono accusarci, sicuramente in maniera esagerata e strumentale, di non fare abbastanza nella lotta alla corruzione e all’evasione fiscale, ma è chiaro a chiunque affronti l’analisi economica con un minimo di onestà intellettuale, che si tratta di una piccola parte del Paese.

La maggior parte della popolazione ha affrontato e digerito sacrifici enormi per cercare di non far affondare l’imbarcazione europea, ora è il turno dell’Europa di venirci incontro. O forse, nel 2012, qualcuno dei governanti europei, escludendo slogan propagandistici, ha una visione così riduttiva dell’economia da ritenere che la crisi del debito pubblico sia solo un problema italiano? Possibile che si tratti di un problema antropologico?

La mia risposta è certamente no (la visione lombrosiana è fortunatamente passata di moda da un pezzo). A questo punto quindi spero che il professor Monti, quando si siederà al tavolo con la Merkel e Sarkozy, decida di far pesare il ruolo dell’”elefante nel negozio di porcellana” che ha l’Italia in questo momento. Non bisogna avere nessun timore reverenziale ad affrontare i 2 maggiori leader europei visto che sicuramente non possono darci lezioni di moralità né hanno alcun vantaggio da trarre da un eventuale uscita dell’Italia dall’area Euro, anzi! Professore, abbia coraggio e cerchi di stilare, in accordo con i nostri partner europei, almeno un piano di massima per arrivare alla soluzione definitiva del problema. Non ce la possiamo fare solo con i sacrifici!

 

dantonio@campanianotizie.com

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