di Rocco Sessa L’entusiasmo, bipartisan, per il varo della tanto discussa e attesa legge “anti –casta”, «Campania Zero», potrebbe presto essere appannato dal cono d’ombra delle polemiche e degli emendamenti per un articolo che consentirebbe di nominare coniugi, fratelli e anche cugini, nelle società regionali. Non si è ancora capito se c’è stata una distrazione o si tratta di una mancanza voluta, tanto è che la Legge, “Norme per una Campania equa, solidale e trasparente ed in materia di incompatibilità”, che ha nelle misure sulla incompatibilità il suo “momento più alto”, viene meno proprio su questo punto. La questione che sta generando polemiche e propositi di emendamento al testo che arriverà in aula mercoledi prossimo, riguarda l’articolo 4 della legge appena approvata in I commissione.

Alla lettera “F” del predetto articolo si stabilisce che, i “parenti in linea retta ascendente o discendente di consiglieri o assessori regionali in carica”…”non possono essere nominati o designati nelle società regionali, quali amministratori o revisori dei conti o quali capi dipartimento dell’amministrazione regionale”, Nelle prime parole del comma si nasconderebbe l’inganno, le linee di parentela si distinguono in “linea retta” e “linea collaterale”, dunque parlando solo di “linea retta” si escluderebbe la “linea collaterale” (fratelli e cugini) e i “coniugi” categoria che era invece contemplata nella norma precedente (L.R. 17/96). Dunque, mariti, mogli, fratelli, e cugini sarebbero fatti salvi e potrebbero essere, di fatto, nominati. Qualcuno fa notare, che per contemplare tutti, sarebbe stato sufficiente scrivere, “parenti entro il 4 grado, e aggiungere, coniugi e affini” questa dicitura avrebbe fugato ogni dubbio. Invece, si è scelto la strada articolata dei, “parenti in linea retta ascendente o discendente”, che consentirebbe la nomina di un coniuge o di altro parente stretto come un fratello o un cugino. Ulteriore questione di non secondaria rilevanza, riguarderebbe un’altra categoria di incompatibili, “coloro che ricoprono incarichi direttivi o esecutivi regionali o nazionali in partiti o movimenti politici”. Costoro erano considerati non compatibili con le nomine regionali dalla vecchia norma (L.R. 17/96). Nel nuovo testo, di questa categoria, non c’è traccia, dunque, se passasse la legge in aula la settimana prossima, così come è stata licenziata dalla Prima Commissione consiliare, anche coloro che ricoprono incarichi politici oltre a fratelli, cugini e coniugi potrebbero accedere alle ambite nomine regionali.

 

Rocco Sessa

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