Che Matteo Salvini sia un paraculo di fama mondiale non lo scopriamo ora, in occasione dell’ennesima boutade elettoralistica con l’immancabile annuncio sociale del suo sbarco a Mondragone per domani (lunedì 29 giugno). Quello che forse in pochi sanno è che il “Capitano” appena 6 mesi fa ha realizzato un capolavoro di paraculaggine politico-contabile che non sarebbe riuscito nemmeno al miglio Picasso nel campo dell’arte pittorica. Il 21 dicembre 2019 il congresso della Lega Nord infatti ha approvato il nuovo statuto del movimento. Al netto del burocratismo (e poi si blatera di sburocratizzazione) la ciccia è consistente. Ammonta a 49 milioni di euro di rimborsi elettorali che il partito restituire allo Stato perché “spariti” come per magia sotto la gestione prima di Umberto Bossi, poi di Roberto Maroni, e successivamente anche durante la prima parte dell’era Salvini (leggi l’inchiesta de L’Espresso).

Ed ecco l’altra “genialata” del populista in felpa e cravatta: Salvini però non sarà il Segretario di quella Lega per la quale verrà nominato un commissario. L’ex ministro dell’Interno avrà quindi l’alibi politico di non dover rispondere alle domande di chi giustamente gli chiede: dove sono finiti quei soldi? Il congresso del 21 dicembre ha dato vita ad una bad company, una Lega “cattiva”, che dovrà occuparsi della questione dei 49 milioni di euro, e una “buona”, la Lega per Salvini premier, quella dello slogan “Prima gli italiani”. La vecchia Lega non può sparire, non tanto per questioni nostalgiche o perché il partito ormai non è più radicato solo al Nord, ma perché deve restituire allo Stato, cioè a noi cittadini, la modica cifra di 49 milioni. Quando si tratta di dare al popolo ciò che spetta al popolo Salvini dimentica gli slogan. E gli italiani vengono per ultimi.

Alla paraculaggine monetaria (pecunia non olet) si affianca quella politica, che forse è anche più deprecabile. Il partito continua a chiamarsi tragicomicamente Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” e l’articolo 1 dello Statuto recita che la finalità del movimento, citiamo testualmente, è “il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana”. In due parole: ci sono i padani che sono loro del nord, e i terroni che siamo noi del sud.

Eppure a Mondragone c’è qualche intelligentone che ha esposto uno striscione per chiedere l’intervento del “Capitano” con le p… per risolvere i problemi di una città che è stata malgovernata sopratutto quando comandava la destra. E lui, Salvini, quando si tratta di mostrare gli attributi social è sempre pronto: “Amici, metterò tutto il mio costruttivo impegno per aiutare questa comunità, per troppo tempo dimenticata dal governatore del Pd e lasciata in balia di rivolte dei Rom e scontri sociali”.

Terroni preparatevi. Arriva il vostro Salvatore. E gli ultimi saranno i primi. Più che terroni siete dei coglioni.

 

1 commento

  1. Il coglione sembreresti tu visto che dai tanta importanza al termine terrone.
    Quanto all’ espresso poi …..lasciamo perdere .

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