Il Festival della solidarietà, ribattezzato da noi, a ragion veduta, Festival degli sprechi, finisce sotto la lente d’ingrandimento della procura della Repubblica di Santa Capua Vetere. La “festicciola”, promossa dall’Azienda ospedaliera di Caserta, è costata a noi, poveri contribuenti,

la modica cifra di 149mila euro. Circa 300 milioni di vecchie lire per organizzare cinque spettacoli al Belvedere di San Leucio. Lo scopo dell’iniziativa benefica (stabilirà la magistratura chi ne abbia veramente beneficiato) era quello di raccogliere fondi per acquistare attrezzature destinate ai pazienti pediatrici, oncologici e cardiopatici.

Regista dell’operazione il mitico Michele Izzo, responsabile, udite udite, dell’Unità operativa complessa Marketing e Comunicazione. Una struttura, forse unica in Italia, creata ad hoc per le insuperabili doti professionali di Izzo: una su tutte quella di essere un fedelissimo di Nicola Cosentino, di cui è stato per anni stretto collaboratore. Ma la festa e i festini, organizzati lo scorso luglio dall’ospedale di Caserta, hanno fin dall’inizio fatto rizzare i capelli a una serie di associazioni di volontariato, prima fra tutte “Gli Amici di Eleonora”, e al Tribunale per i diritti del malato. Che giustamente hanno gridato allo scandalo.

La questione è finita anche sul tavolo della commissione Trasparenza della Regione Campania, presieduta da Nicola Caputo. Nei giorni scorsi si è tenuta un’audizione con il direttore generale Francesco Bottino. Su input delle associazioni, la commissione Trasparenza già in passato si era occupata della vicenda. E ora il caso è al vaglio anche dell’autorità giudiziaria che ha già acquisito una serie di atti per fare chiarezza su un progetto che presenta molte ombre e pochissime luci.

Da definire, innanzitutto, come sono stati spesi i soldi. Durante l’audizione in Regione, lo stesso manager, indicando per sommi capi le entrate e le uscite, ha dichiarato che il bilancio dell’iniziativa è stato chiuso con un saldo in attivo di circa 10mila euro. Ma poi è stato costretto ad ammettere che si tratta di un risultato molto inferiore alle aspettative. Che senso ha, infatti, investire 149mila euro di soldi pubblici per ricavarne solo 10mila? Per incamerare molti più soldi sarebbe bastata una semplice raccolta di fondi tra il personale medico e paramedico dell’ospedale di Caserta.

Fra l’altro, siamo ancora in attesa di conoscere nel dettaglio il conto consuntivo del progetto. Come ogni ente pubblico, l’azienda ospedaliera casertana è tenuta a rendicontare tutte le voci in entrata e in uscita. Vorremmo sapere, per esempio, che costi hanno implicato la campagna pubblicitaria, la stampa dei mega-manifesti 6×3, e tutti gli altri affidamenti diretti a società e fornitori. E soprattutto il consentiniano Izzo dovrebbe documentare come e quali indagini di mercato sono state svolte per ottenere i prezzi migliori, in modo da garantire che non ci fossero sprechi e fugare il sospetto (finora più che legittimo) di aver favorito gli amici degli amici.

Abbiamo tentato di reperire il bilancio completo della “festicciola” estiva sul sito web dell’ospedale San Sebastiano, ma dopo una ricerca estenuante non ne abbiamo trovato traccia. Nulla di nulla. Se non il bando pubblicato prima dell’avvio della kermesse festivaliera. Alla faccia della trasparenza.

Forse Izzo, fidato ex braccio destro di Cosentino, starà ancora festeggiando per l’enorme successo della manifestazione, come lui stesso ha sottolineato tramite un comunicato stampa, fra l’altro scritto con i piedi.

I riflettori della procura sammaritana si sono accesi non solo sull’allegro utilizzo dei soldi, ma anche sull’impiego di personale sanitario per l’allestimento del Festival. Medici e paramedici, infatti, hanno dedicato diverse giornate di lavoro all’organizzazione della manifestazione.

E mentre il cosentiniano doc Izzo si pavoneggiava durante gli spettacoli in cartellone, sforzandosi di guardare tutti dall’alto in basso (impresa che per motivi fisici non gli è riuscita), le prestazioni assistenziali ai malati del San Sebastiano, già non impeccabili, subivano un ulteriore peggioramento.

L’inchiesta della magistratura riguarderebbe, inoltre, anche l’utilizzo improprio di fondi finalizzati al potenziamento di alcuni reparti dell’ospedale; fondi stornati (o in caso di reato “distratti”) per finanziare il Festival degli sprechi che si è tenuto a San Leucio. In questa vicenda però di Belvedere… non c’è proprio nulla. Anzi, siamo di fronte a uno spettacolo inguardabile. Non a caso Izzo fa finta di non vedere.

Mario De Michele

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