di Mario De Michele

Le elezioni comunali in una città civile e strategica come Gricignano sono l’occasione, si spera che lo siano realmente, per confrontare programmi e prospettive. A differenza della precedente tornata si profila un’offerta politica più variegata. In campo ci dovrebbero essere almeno tre blocchi. Nel duello del 2019 vinto da Vincenzo Santagata ai danni di Vittorio Lettieri troppo spesso personalismi e vicende giudiziarie presero il sopravvento avvelenando il dibattito democratico. Stavolta l’auspicio è che lo scontro resti nell’alveo del rispetto e della correttezza personale tra gli aspiranti sindaci in corsa per la fascia tricolore. Se ci sono atti ritenuti illegittimi o fatti penalmente rilevanti è ovvio, ci mancherebbe altro, che siano oggetto di discussione. Ma puntare tutto sul giustizialismo sarebbe un errore imperdonabile per una serie di validi motivi. Uno: gli scheletri potrebbero uscire da più di un armadio. Due: l’idea di città dei candidati, con il corollario di proposte concrete, passerebbe in secondo piano. Tre: gli elettori si troverebbero in un fuoco incrociato che trasformerebbe la disputa politica in una guerra tra un nugolo di persone, famiglie e sparuti gruppi. Cui prodest? A nessuno. Nel caos perde la democrazia. E dunque i cittadini. È invece stringente, ad esempio, chiedere conto a Santagata di quali e quanti progetti ha realizzato e, al contempo, di quali e quante promesse non ha mantenuto. È di fondamentale importanza conoscere il programma di Vittorio Lettieri. Capire perché la sua coalizione sarebbe meglio attrezzata di quelle rivali e in base a quali elementi potrebbe garantire un governo stabile ed efficiente a Gricignano. È di grande rilevanza comprendere le ragioni alla base dello schieramento di Michelina Caiazzo, ex vicesindaco e agguerrita consigliere di opposizione. Certo, nella disputa politica contano, eccome, i tratti trasparenti e legalitari dei raggruppamenti in lizza. Contano, eccome, l’affidabilità e la credibilità di uomini e donne che si candidano alla guida della città. Ma buttarla in corrida significherebbe svilire l’intera campagna elettorale. Significherebbe non rispettare la popolazione che vuole proposte concrete di fronte a problemi ancora irrisolti. Non si deve ridurre la discussione politico-amministrativa a spot al vetriolo a mo’ di post social. Il futuro di Gricignano tocca la carne viva della gente. I candidati a sindaco e le loro liste non contribuiscano ad allargare il gap tra gli elettori e gli eletti. Non soffino sul fuoco della sfiducia verso le istituzioni. Dimostrino, per una volta, che la politica è una cosa seria (ci appelliamo in particolare a Pd e FdI). Non si facciano trascinare nel tritacarne di Facebook. Lascino crogiolarsi i frustrati e i falliti in quello che Umberto Eco definiva “lo sfogatoio degli imbecilli”. Non discutere mai con un idiota: la gente potrebbe non notare la differenza.

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