Un malore in aula, durante la seduta alla Camera. La perdita dei sensi, il ricovero in ospedale. È stata una giornata di paura per Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Italia Viva a Montecitorio. Iniziata nel primo pomeriggio, quando il deputato ha accusato un mancamento e si è accasciato sul suo scranno perdendo conoscenza per alcuni istanti. Poi il trasporto nell’infermeria della Camera aiutato da due colleghi, Francesco Bonifazi e Mauro Del Barba. Infine la corsa in ambulanza al Pronto Soccorso del Gemelli dove è stato ricoverato per accertamenti. E qui è rimasto tutta la notte per precauzione. In serata però la situazione si era già stabilizzata. A causare il malore del deputato di Sassuolo, 47 anni, secondo la prima diagnosi trapelata dal Gemelli, un calo di pressione forse dovuto allo stress. «Ci siamo presi un forte spavento, sono stati momenti molto concitati», la confessione degli amici che lo hanno soccorso tra i banchi della Camera. È stata un’escalation. Il volto pallido, l’equilibrio che viene meno. Il timore? «Pensavamo fosse un infarto». Ipotesi fortunatamente accantonata già durante i primi soccorsi. Quando i sanitari di Montecitorio sono riusciti a raggiungerlo, non senza qualche fatica, attraverso il labirinto di banchi e corridoi che distanzia la sua postazione dall’entrata. Niente barella: per portare via il deputato privo di sensi è stato usato un lenzuolo. Già durante il trasporto in Policlinico però Richetti ha iniziato a riprendersi. Sono stati mesi difficili per l’ex parlamentare del Pd, oggi in prima fila nel rassemblement centrista di Calenda e Matteo Renzi. E non solo per gli impegni elettorali e la prima prova del fuoco della nuova creatura politica. In mezzo, la scorsa estate, ha dovuto difendersi dalle accuse di molestie mosse da una donna e riportate da alcuni media. Accuse mai provate e avanzate senza presentare alcun esposto. Fino allo sfogo di Richetti contro i «mesi» di «falsità» a lui attribuite dalla donna. Per questo il deputato ha presentato una denuncia per stalking su cui la Procura di Roma ha aperto un fascicolo. Granitica, allora, la difesa degli amici, a partire da Calenda. «Da un anno il senatore Richetti ha denunciato alla magistratura e alla polizia postale attività di stalking e minacce riconducibili a una donna già nota alle forze dell’ordine», aveva confessato a settembre l’ex ministro. Gli stessi amici e parenti oggi riconducono il malore in aula «allo stress per mesi di gravi accuse inventate sul suo conto».

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