Il dirigente dell’Area servizi al cittadino del Comune di Aversa Gemma Accardo si arrampica sugli specchi e non accoglie la richiesta di revoca della determina per l’affidamento del servizio di assistenza specialistica per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. A chiedere di revocare il provvedimento è stato il consigliere comunale Eugenia D’Angelo. L’esponente dell’opposizione ha diffidato il dirigente ad annullare in autotutela la determina di assegnazione del servizio al Consorzio di cooperative sociali Nestore. Nelle more dell’espletamento della gara il Comune ha chiesto tramite Pec la disponibilità al Consorzio di coop di continuare ad effettuare il servizio con un costo di quasi 29mila euro per il periodo ottobre-novembre. Una procedura contestata dalla D’Angelo.

Eugenia D’Angelo

“Tutte le Pubbliche Amministrazioni – si legge nella diffida del consigliere comunale -, dal 01.01.2019 hanno l’obbligo di ricorrere alle piattaforme informatiche, quali ad esempio il MEPA, per qualsiasi Procedura avente quale importo superiore ad € 5.000,00, così come statuito dalla Legge di Bilancio 2019, ossia la Legge n. 145/2018. L’obbligo del ricorso alle piattaforme informatiche è da considerarsi compatibile con le disposizioni stabilite dalla Linea Guida Anac n. 4 in attuazione del D. Lgs. n. 50/2016. Tali Linee, in relazione a lavori, servizi e forniture di importo inferiore ai 40.000 euro, ha previsto infatti la possibilità di affidamento diretto per gli importi fino a 5.000 euro”. La Accardo ha invece negoziato l’affidamento tramite “interlocuzione con nota PEC, in violazione degli obblighi posti in capo alla Pubblica Amministrazione dalla Legge n. 145/2018 e dalle Linee Guida Anac”. Nella sua risposta il dirigente ha messo in evidenza che “la normativa prevede la possibilità di ricorrere all’affidamento diretto dei servizi e forniture a soggetti giuridici di comprovata esperienza fino all’importo di 139mila euro”. E quindi Accardo ha comunicato che non si “rinvengono i presupposti per un annullamento in sede di autotutela del provvedimento”. Nel suo riscontro il dirigente non ha però chiarito il punto cruciale contestato dalla D’Angelo: il mancato ricorso al Mepa. L’operatore infatti doveva essere scelto tramite il mercato elettronico della pubblica amministrazione, non con affidamento diretto tramite una nota. Per dirimere la questione dovrebbero intervenire il segretario generale del Comune oppure il sindaco paladino della legalità Alfonso Golia incaricando l’avvocatura interna. La D’Angelo ha posto una questione di legittimità. È giusto che abbia una risposta da parte degli organismi di controllo.

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