CASERTA – I risultati delle elezioni amministrative appena concluse hanno sancito una rovinosa sconfitta per il Partito Democratico di Terra di Lavoro. Numeri impietosi che impongono una riflessione da parte del gruppo dirigente. Oggi ospitiamo l’intervento del consigliere regionale Lucia Esposito.

“Il risultato ottenuto dal Partito Democratico in provincia di Caserta richiede una profonda e produttiva analisi, nella quale ciascuno sappia assumersi, una volta tanto, fino in fondo, la propria parte di responsabilità. Ad una buona tenuta a livello nazionale, ed anche campano, fa da contraltare il dato provinciale che, eufemisticamente, possiamo definire in controtendenza. Da dove si potrebbe ripartire lo abbiamo detto e sentito dire tante volte: dai territori, laddove c’è il cuore pulsante del Pd, con centinaia di militanti che cercano di far politica non cadendo nella tentazione di calcoli personalistici che possono soltanto condurre al disastro; e dalle idee e dai contenuti che devono diventare il centro del nostro lavoro quotidiano. In questa campagna elettorale, come ho già avuto modo di dire, era giusto stare senza riserve dalla parte dei nostri candidati, che in un momento non facile hanno avuto la coerenza e il coraggio di metterci la faccia. Adesso è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti, di guardare senza indugio ai meriti più che alle convenienze personali. Le potenzialità per riprendere a crescere ci sono, a patto di evitare il rischio concreto di ritrovarci tutti generali ma senza più un esercito. E’ un errore l’atteggiamento della segreteria provinciale che tende a sminuire il peso della sconfitta, così come non si è rivelata produttiva la scelta di gestione da parte della sola maggioranza di tutta la fase pre-elettorale. Vedo il rischio di una guerra interna, sulla quale aleggiano le strategie e i posizionamenti collegati alle prossime elezioni politiche. Credo, invece, che non sia più rinviabile la convocazione di una Direzione provinciale che avvii una fase nuova nel partito, con il coinvolgimento di tutte le democratiche e i democratici, che dia vita ad una democrazia interna, fatta di ampliamento dei luoghi di discussione, di confronto e di decisione, di legittimazione reciproca e di rispetto delle regole”.

 

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