Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è stato rinviato a giudizio dal Gup di Roma nell’ambito del procedimento che lo vede accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in relazione alla vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito. Il processo inizierà il prossimo 12 marzo. “Non ho dato le carte a Donzelli. Ho risposta a un domanda, non mi potevo trincerare dietro una segretezza che non c’era”. Cosi il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro intervistato dalla trasmissione “Stasera Italia” su Rete 4 ha escluso di aver violato il segreto in relazione al caso Cospito. “Sono straordinariamente fiero di non aver tenuto sotto segreto un fatto di gravità inaudita, cioè che terroristi anarchici in combutta con criminali mafiosi tentassero di fare un attacco concentrico al 41 bis ” Lo ha detto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro intervistato dalla trasmissione “Stasera Italia” su Rete 4. Alla domanda se rifarebbe il comportamento che lo ha portato al rinvio a giudizio, Delmastro ha risposto di sì perchè “‘c’è qualcosa che viene prima: il servizio vero dell’Italia che è l’attacco frontale alla criminalità”. “Lo rifarei domani mattina, italiani hanno diritto di sapere che c’era un attacco al 41 bis” ha aggiunto Delmastro. “Confidavamo in una decisione diversa perché c’erano tutti i presupposto per una sentenza di non luogo a procedere”. Così l’avvocato Giuseppe Valentino, difensore del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, commenta la decisione del gup sul rinvio a giudizio. “È inconsueto un rinvio a giudizio quando il pubblico ministero chiede il non luogo a procedere”. Lo dichiara il sottosegretario all’Attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari, a proposito di quanto deciso dal gup di Roma per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. “Sono certo che Delmastro riuscirà a dimostrare l’infondatezza dell’accusa che gli viene mossa”, aggiunge Fazzolari, interpellato dall’ANSA, precisando che “con un rinvio a giudizio così inconsueto non ci sono le condizioni per un passo indietro”. “Ben venga” la mozione di sfiducia per cui il Pd ha chiesto la calendarizzazione, “sarà un ottima occasione per far ribadire in Parlamento la piena fiducia a Delmastro”, osserva Fazzolari, secondo cui “non c’è motivo di collegare” la decisione del gup di Roma con le dichiarazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto sul “grande pericolo” di una “opposizione giudiziaria” al governo: dietro questa decisione, conclude il sottosegretario, “non ci vediamo nulla, è solo un inconsueto rinvio a giudizio”. “Il giudice nei suoi provvedimenti ha rilevato chiaramente il fatto che i parlamentari PD Lai, Serracchiani, Orlando e Verini – dopo la visita al carcere di Sassari – sono stati diffamati in aula e, rinviando a giudizio il sottosegretario Delmastro Delle Vedove, ha confermato che i materiali trasmessi dallo stesso a Donzelli sarebbero serviti per l’intervento di quest’ultimo in aula. Al di là dell’aspetto giudiziario – che con il rinvio a giudizio di Delmastro Delle Vedove farà il suo corso – si conferma da parte dei due esponenti FdI – un modo di concepire e praticare le responsabilità istituzionali e i rapporti politici del tutto estraneo al senso dello Stato e ai principi di correttezza”. Così i parlamentari democratici Lai, Serracchiani, Orlando e Verini. “Abbiamo chiesto che venisse calendarizzata la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Andrea Delmastro” che nel pomeriggio è stato rinviato a giudizio per il caso Cospito. Ad annunciarlo è la presidente dei deputati del Pd, Chiara Braga, al termine della Conferenza dei Capigruppo che si è appena conclusa a Montecitorio. “Ma al momento – avverte – non l’hanno messa in calendario”. “Il rinvio a giudizio del sottosegretario Delmastro, e l’avvio del conseguente processo, definirà le responsabilità penali dell’esponente di FDI. Nella mia denuncia ho contestato la violazione del segreto amministrativo, attribuita a Delmastro per aver consegnato i verbali del GOM al suo collega, l’On. Donzelli, utilizzati poi per attaccare l’opposizione. In questa vicenda, chi ne esce malissimo è il ministro della Giustizia Nordio, che ha costantemente difeso Delmastro e Donzelli. Sorprendentemente per un giurista come lui, ha confuso il segreto di Stato con quello amministrativo”. Così in una nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli. “La difesa di Nordio, basata su motivazioni politiche e non nel rispetto delle norme – prosegue – è gravissima. Per questo, torno a chiedere a Nordio chi gli abbia chiesto di difendere Delmastro, quando la violazione del segreto amministrativo era evidente. In aula, Donzelli affermò che i verbali da lui letti sarebbero stati accessibili a tutti i deputati su richiesta. Ricordo di aver chiesto al ministro gli stessi verbali in possesso di Donzelli, ma mi fu negato l’accesso, in quanto erano riservati. Questo episodio ricorda le affermazioni di Lollobrigida riguardo alla possibilità di fermare i treni su richiesta dei cittadini. Anche Donzelli agì allo stesso modo. Questa destra sembra utilizzare lo stato senza rispettare le regole e, per questo, sono convinto della correttezza della mia denuncia”. “Ora, per rispetto delle istituzioni, Delmastro dovrebbe dimettersi, e ritengo che Donzelli debba rendere conto del suo comportamento, considerando la divulgazione dei verbali segreti”, conclude Bonelli. “Il rinvio a giudizio del sottosegretario Delmastro è solo l’ultimo passaggio di una vicenda gravissima prima di tutto sul piano istituzionale e politico. Il suo comportamento e quello del suo collega di partito Donzelli sono stati inqualificabili e per questo il M5s ha chiesto subito le dimissioni da sottosegretario per Delmastro e da componente del Copasir per Donzelli. Quanto deciso oggi dal Gup di Roma per noi è solo la conferma del fatto che avevamo ragione nel denunciare quelle condotte, pericolose e offensive per il corretto funzionamento delle istituzioni. Ribadiamo dunque che Andrea Delmastro deve dimettersi dal delicato ruolo di sottosegretario alla Giustizia”. Così le capogruppo del M5s nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato, Valentina D’Orso e Ada Lopreiato.

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