Una novità politica nella continuità amministrativa. Casapesenna Viva, guidata dal vicesindaco Giustina Zagaria e appoggiata dalla maggioranza uscente, in primis dal primo cittadino e vicepresidente della Provincia di Caserta Marcello De Rosa, si basa su un progetto ben definito: consegnare la fascia tricolore per la volta nella storia della città a una donna e proseguire il cammino avviato dieci anni con l’elezione di De Rosa a capo dell’amministrazione comunale. Quella vittoria elettorale fu l’inizio di una “rivoluzione gentile”. In un decennio l’attuale sindaco, con il prezioso supporto della sua squadra di governo, a partire proprio dal suo braccio destro Zagaria, ha cambiato radicalmente in meglio il volto di Casapesenna. Il successo più significativo, potremmo dire storico, è stato sicuramente quello di aver cancellato il marchio di terra di camorra affermando la cultura della legalità. In dieci anni De Rosa e company hanno raggiunto innumerevoli risultati amministrativi. L’elenco è lungo. Ne segnaliamo solo alcuni: l’isola ecologica, sorta su un terreno confiscato ai clan, il Caffè letterario, aperto in un’altra struttura sottratta alle cosche, il rifacimento della rete fognaria, il restyling di importanti strade di collegamento con i comuni limitrofi, la valorizzazione dell’area Pip con la nascita, tra l’altro, di un caseificio sociale, la ristrutturazione delle scuole comunali, e la realizzazione di una piazza sul bunker di Michele Zagaria. Opere e interventi che hanno consentito all’ente locale di intrecciare rapporti di collaborazione con le massime autorità istituzionali, in primis la Prefettura di Caserta. L’aspirante sindaco Zagaria partirà dai risultati raggiunti per proseguire sulla strada del rinnovamento e dell’affermazione di una vera cultura legalitaria. Sul fronte opposto sta prendendo forma una lista capeggiata da Alessandro Cirillo. Un fatto sicuramente positivo per la dialettica democratica. Ma con un punto interrogativo: lo schieramento filo-Cirillo è composto da diversi esponenti in campo nella prima amministrazione De Rosa. In quel caso l’opposizione, invece di svolgere il ruolo di controllo degli atti amministrativi, decise di dimettersi in blocco. Stavolta si spera che in caso di sconfitta la minoranza non abbandoni il campo di battaglia. Sarebbe un altro schiaffo alla volontà popolare. Si sta in amministrazione anche quando si perdono le elezioni. Fare politica soltanto quando si vince è sbagliato e deleterio. L’auspicio è che la storia non si ripeta. Sarebbe davvero una brutta storia, non solo per i protagonisti della “ritirata” ma soprattutto per l’intera comunità.

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