Raffaele Mosca e Riccardo Magi

“Sovraffollamento, suicidi, pacchetto sicurezza… Il carcere è una polveriera”. È questo il titolo del convegno promosso da +Europa in programma lunedì 16 dicembre alle ore 16:00 presso il Centro Salesiani don Bosco a Napoli. I lavori saranno introdotti e coordinati da Raffaele Mosca, uno dei più autorevoli esponenti del partito a livello regionale e membro della segreteria nazionale di +Europa. All’importante iniziativa interverranno don Franco Esposito, direttore della Pastorale carceraria dell’Arcidiocesi di Napoli, Mara Esposito Gonnella, presidente dell’associazione “Il Carcere Possibile”, Alessandro Gargiulo, vicepresidente del Movimento Forense, Franco Corleone, ex senatore e già sottosegretario alla Giustizia, l’avvocato penalista Francesco Giuseppe Piccirillo e Samuele Ciambriello, attivissimo Garante della Regione Campania per i detenuti. I lavori del convegno saranno chiusi dall’onorevole Riccardo Magi, segretario nazionale di +Europa. L’iniziativa del partito di Emma Bonino assume una particolare rilevanza alla luce della colpevole disattenzione della politica rispetto a una problematica ritenuta urticante perché per molti aspetti impopolare. Ma i numeri dell’emergenza sono impietosi.

Samuele Ciambriello

Le condizioni delle carceri italiane, per sovraffollamento e inadeguatezza delle strutture, restano difficili, spesso drammatiche. E così a oltre dieci anni dalla pronuncia con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha sanzionato l’Italia per le condizioni di sovraffollamento delle carceri (sentenza Torreggiani, gennaio 2013) il nostro Paese rischia ancora di essere richiamato per lo stato degli istituti di pena. Al 25 novembre 2024, secondo i dati pubblicati nel rapporto, il numero delle persone in carcere risulta di 62.410, su una capienza di 51.165 ma 46.771 posti effettivi. Cifre che portano l’indice nazionale di sovraffollamento al 133,44%. Secondo il rapporto del Garante nazionale per i detenuti, aggiornato al 25 novembre 2024, si sono registrati 77 suicidi e 19 decessi per cause da accertare (nel 2023 nello stesso periodo i suicidi registrati erano 61). Cifre ancor più drammatiche le forniscono i sindacati: secondo la Uilpa – polizia penitenziaria al 28 novembre ci sono stati 83 suicidi tra i detenuti e 7 tra appartenenti alla polizia penitenziaria. A preoccupare è anche la fascia d’età, che è in media di 40 anni. A questi numeri si aggiungono quelli delle aggressioni e degli atti di autolesionismo. Si legge infatti nel documento del Garante che “secondo l’analisi relativa agli eventi critici di maggiore rilievo, è ipotizzabile che all’aumentare del sovraffollamento si possa associare un incremento degli stessi”. Tra gli eventi presi in esame ci sono le aggressioni, gli atti di contenimento, i suicidi e i tentati suicidi, le manifestazioni di protesta collettiva e individuale, le percosse riferite all’atto dell’arresto, le violazioni delle norme penali, le rivolte.

Nell’agosto del 2024 il Parlamento ha convertito in legge il decreto Carceri, contenente misure per contrastare il sovraffollamento. Un provvedimento sicuramente inadeguato, come conferma il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. “Se si interviene con un decreto ci si attende di trovare qualche intervento che possa decongestionare il carcere nell’immediato ma non ci sono misure efficaci nel brevissimo periodo. Capisco le esigenze securitarie ma a chi le porta avanti dico che non c’è migliore tutela della sicurezza se non un carcere restituito alla possibilità di funzionare per quella che è la sua missione costituzionale, cioè quella di risocializzazione e di rieducazione”. Sulla stessa scia il segretario generale dell’Anm Salvatore Casciaro. “È un impegno scritto nella Carta costituzionale quello legato alla finalità rieducativa della pena. Manca non solo l’assistenza sanitaria, non solo l’assistenza psicologica, spesso manca anche la possibilità di esercitare un diritto al lavoro per i detenuti e questo compromette fortemente quello che è un percorso rieducativo perché – sottolinea ancora Casciaro – lo stato di detenzione priva il detenuto della libertà ma non della dignità”.

E mentre Papa Francesco apre il 26 dicembre una Porta santa nel carcere romano di Rebibbia, i partiti politici, che continuano ad annusare gli umori tra i cespugli del populismo, volgono lo sguardo da un’altra parte. Menomale che c’è +Europa.

Mario De Michele

LA LOCANDINA DEL CONVEGNO

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