“Quella norma cosi’ com’e’ non passera’”. Lo dice a proposito della riforma dell’art.18 il presidente dei deputati Pd Dario Francischini che a ‘La Repubblica’ assicura: “Il Pd e’ impegnato a correggerla”. Franceschini rivendica al suo partito di aver chiesto da subito che fosse un ddl e non un decreto a cambiare il mercato del lavoro “perche’ con un decreto le norme sarebbero entrate in vigore immediatamente compresa quella sbagliata sull’art.18”. “Siamo in un sistema parlamentare in cui -ricorda Franceschini-e’ il governo a rispondere al Parlamento e non viceversa”.

Il capogruppo alla Camera ricorda inoltre che Monti al Senato disse formalmente che “in ogni caso il nuovo ordinamento che andra’ disegnato verra’ applicato ai nuovi rapporti di lavoro” mentre “non verranno modificati i rapporti di lavoro regolari e stabili in essere”. Insomma, se si vuole l’accordo si puo’ differenziare “le regole per i nuovi assunti da quelle per i contratti gia’ in essere. Per questi si puo’ arrivare al massimo al modello tedesco che prevede di fronte al licenziamento per ragioni economiche il ricorso al giudice, il quale puo’ decidere tra reintegro e indennizzo”. Franceschini risponde “assolutamente si'” alla domanda se confermi l’impegno a ‘chiudere’ entro l’estate: “Il testo modificato potrebbe essere approvato entro gli stessi termini di un decreto legge”.

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