”Io non ho alcun timore di farmi giudicare”. Ribatte sprezzante, il premier Silvio Berlusconi, ai giudici milanesi che proprio oggi hanno fissato un calendario di 21 udienze nel processo Ruby, mentre si avvicina la data dell’interrogatorio del Cavaliere per corruzione in atti giudiziari nel processo Mills.

E poi il nuovo affondo:”Alcune Procure politicizzate stanno tentando una specie di rivoluzione. Non e’ un paese normale quello in cui i magistrati, e non il popolo, tentano di mandare a casa i governi a colpi di inchieste”. Ancora una volta il Cavaliere denuncia il disegno ‘eversivo’ di parte della magistratura, che tenta di annullare il responso delle urne e ”usa la giustizia come arma di lotta politica e magari per costruirci sopra carriere politiche”. ”Parole gravissime che sfregiano le istituzioni e alle quali non possiamo assuefarci”, tuona il Pd definendo ”penoso” lo sfogo del premier. Berlusconi affida la sua versione dei fatti a Bruno Vespa, che lo intervista per il suo ultimo libro ”Questo amore”. ”Quando in un paese democratico si arriva a violare il domicilio del presidente del Consiglio, e a considerare possibile indiziato di reato chiunque vi faccia ingresso – attacca – significa che il livello di guardia e’ stato ampiamente superato, e che e’ giunto il momento di ristabilire una reale separazione fra i poteri e gli ordini dello Stato”. Di qui l’accusa al Csm di ”aver agito di fatto da terza Camera, pretendendo di giudicare cosa il Parlamento e il governo debbano o non debbano fare e con cio’ stravolgendo il principio della divisione dei poteri”. Come sia sia, il premier dice di non temere i giudici: ”Davanti ai magistrati non sono mai fuggito, e la montagna di fango delle accuse piu’ grottesche e inverosimili in quasi vent’anni di persecuzione giudiziaria non ha partorito nemmeno un topolino: i pubblici ministeri che hanno ossessivamente indagato sulla mia vita non hanno trovato uno straccio di prova che abbia retto al vaglio dei Tribunali”. La cartina tornasole e’ per Berlusconi l’assoluzione nel processo Mediatrade: ”Quando in un processo mi consentono di esercitare il diritto di difendermi, i risultati si vedono e vengo immediatamente prosciolto”. Quanto all’ultimo ‘affaire’, quello che vede implicato il faccendiere Walter Lavitola, come nel piu’ classico dei gialli finisce sotto accusa il maggiordomo.”Non ho usato nessun cellulare panamense – e’ la spiegazione fornita da Berlusconi a Vespa – Lavitola chiamava ripetutamente Alfredo (maggiordomo di P.Grazioli), che aveva da me avuto la raccomandazione di non passarmi alcuna telefonata. Lui penso’ che io non mi fidassi dei normali telefoni, e allora disse ad Alfredo che gli avrebbe fatto avere dei telefoni sicuri. Alfredo me ne parlo’, ma io rifiutai e commentai che quelli erano sistemi da criminalita’ organizzata”. Sere dopo, prosegue il racconto del Cavaliere, ”Alfredo si affaccio’ alla porta del mio studio con un cellulare in mano. ‘Dottore’, mi disse ‘Lavitola ha chiamato almeno 20 volte, vuole rispondergli almeno una volta? Ci parlai, ma con il convincimento che il cellulare fosse quello di Alfredo”. Infine, oltre a sostenere di non aver presentato Giampaolo Tarantini ”a nessuno di Finmeccanica” ne’ di avergli procacciato altri favori, il premier spiega di essere stato travisato ancora quando, sempre al telefono con Lavitola, avanzo’ l’ipotesi di portare ‘in piazza milioni di persone’, ‘far fuori il Palazzo di giustizia di Milano’ e ‘assediare Repubblica’.”Il senso della conversazione andava esattamente in direzione opposta – spiega -. Ogni comportamento o manifestazione eversiva e’ esecrabile ed io non ambisco ad alcuna rivoluzione, se non a quella liberale”.

 

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