Le carceri italiane corrono il rischio, “assai concreto, di una regressione civile e democratica che vuole far tornare il carcere agli anni bui dell’abbandono e della violenza, del reclutamento criminale, del marchio al degrado urbano dei balordi, delle prostitute di strada, dei folli, dello stigma verso gli stranieri, gli indesiderabili ai quali e’ negata ogni opportunita’”.

Con una lettera aperta, i responsabili Giustizia e Carceri del Partito Democratico, Andrea Orlando e Sandro Favi, richiamano l’attenzione del ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma sulla drammatica situazione degli Istituti penitenziari italiani, “dovuta al sovraffollamento dei detenuti e alle difficolta’ e precarie condizioni di lavoro in cui opera tutto il personale penitenziario, in primis gli agenti della polizia penitenziaria”. Nonostante il Parlamento abbia per ben due volte discusso delle mozioni sul carcere con impegni diretti dell’allora ministro Alfano e che pochi giorni fa il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, abbia richiamato le istituzioni e le forze politiche ad affrontare in modo urgente i problemi che affliggono le carceri, spiegano gli esponenti del Pd “ad oggi il governo in carica continua ad essere immobile e a non fare nulla. Non sono solo i detenuti e le loro famiglie a chiedere interventi contro le condizioni disumane degli istituti penitenziari. Accanto a loro ci sono gli agenti della Polizia penitenziaria costretti a turni massacranti e i direttori che da ben 5 anni sono privi di un contratto di lavoro. Senza dimenticare che altri operatori, quali gli assistenti sociali, gli educatori, gli psicologi e l’intero mondo del volontariato si trova nelle stesse condizioni di abbandono e disinteresse da parte di chi oggi ha responsabilita’ di governo”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui