Un messaggio gia’ registrato, per annunciare che non c’e’ piu’ niente da fare. Una giornata di grabndi fibrillazioni, con tutto o quasi il Pdl impegnato a dimostrare che la responsabilita’ della crisi sara’ tutta da addossare al PD. Alla fine un intervento, ufficioso ma pesante, del Colle: la crisi forse e’ piu’ vicina, come per l’appunto dice il Pdl, ma questo e’ il momento in cui il gioco si fa veramente piu’ duro. Il fatto che il Pdl stia posizionandosi sulla linea dell’intransigena e’ dimostrato dall’attivismo di Renato Schifani.

Il capogruppo al Senato a piu’ riprese dice e ripete che, con Berlusconi privato della possibilita’ di fare poltica, “e’ meglio tornare alle urne”, dato che la convivenza con un Pd accusato di essere forcaiolo non puo’ che diventare impossibile. Finora, in effetti, i Democratici sembrano uniti e compatti sulla linea dell’intransigenza. “Si tratta di difendere le leggi ed il principio di uguaglianza”, ripetono con altrettanta continuita’. Persino NMatteo renzi, indicato come uno dei pochi beneficiari in tutto il centrosinistra di un’eventuale crisi di governo, si spinge a prevedere che per l’esecutivo questa fase si chiudera’ con la sopravvivenza. Quindi, in serata, arriva la presa di posizione del Quirinale. Come al solito, sono poche righe, ma dense di richiami. “Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non sta studiando o meditando il da farsi nel caso che venga aperta una crisi di governo”, premette il Quirinale, forse riferendosi alle ricostruzioni che continuano ad apparire sui giornali. Questo “perche’ avendo gia’ messo nella massima evidenza che l’insorgere di una crisi precipiterebbe il paese in gravissimi rischi, conserva fiducia nelle ripetute dichiarazioni dell’onorevole Berlusconi, in base alle quali il governo continua ad avere il sostegno della forza da lui da lui guidata”. Ecco: e’ questo secondo punto della nota che contiene una serie di rimandi e richiami. Il primo, il piu’ evidente, e’ che nei colloqui e nei contatti diretti con la Presidenza della Repubblica, Berlusconi ha sempre ribadito che la sua permanenza o meno al Senato non avra’ ripercussioni sulla tenuta del governo. Il secondo e’ quel richiamo ai rischi di una crisi di governo proprio ora che si sta lentamente profilando la ripresa (come ha ricordato ancora oggi da San Pietroburgo il premier Enrico Letta). Non e’ solo una questione di equilibri. E’ che le ricadute economiche su tutti (a cominciare dai titoli in borsas) sarebbero micidiali. Messaggio recepito? Dal Pdl trapela piuttosto una sorta di malumore. Lo si capisce da come risponde a stretto giro di posta Enrico Bondi: siamo noi che ci aspettiamo da Napolitano un intervento in favore di Berlusconi. La crisi di governo, per il Pdl, si avvicina

 

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