Enrico Letta e’ giunto al Quirinale, dopo aver lasciato palazzo Chigi, per rassegnare le sue dimissioni. Il premier ha annunciato personalmente con un tweet le sue imminenti dimissioni. “Al Quirinale a rassegnare le dimissioni al Capo dello Stato”, ha scritto, “grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato. ‘Ogni giorno come se fosse l’ultimo’”.

Oggi il sindaco di Firenze ha spiegato che “questo e’ un momento delicato, ma uno dei momenti piu’ belli per me in questi anni”. Ora si aprono ufficialmente le fasi di rito delle crisi di governo che potrebbero essere non cosi’ veloci come qualcuno ha ipotizzato. Si parla di un incarico a Renzi sabato e di un giuramento gia’ martedi’, ma non e’ detto che i tempi non si allunghino di qualche giorno e che il nuovo governo non giuri solo mercoledi’ o giovedi’. L’alleato principale, Ncd, ha messo gia’ sul piatto le sue condizioni. “O si fa un governo con tante ambizioni o si va al voto”, ha chiarito Angelino Alfano. E di fronte alle voci che danno Renzi determinato ad aprire a Sel, ha frenato: “Siamo indisponibili a un governo politico che abbia un connotato di sinistra. Che sia di centrosinistra”. Dalle opposizioni, e’ arrivata la richiesta di parlamentarizzare la crisi. “Letta si presenti in Parlamento per un doveroso chiarimento davanti alla sua maggioranza, davanti all’opposizione e davanti al Paese”, ha chiesto Renato Brunetta. Sulla stessa linea l’M5S. “Penso che i governi si sfiducino e si facciano in Parlamento”, ha detto Gianroberto Casaleggio oggi a Roma per incontrare i parlamentari. Quanto al governo Renzi, “nessuna fiducia ma valuteremo punto per punto”.

 

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