La correzione dei conti pubblici diventa piu’ corposa: da un’ipotesi iniziale che prevedeva un intervento di circa 13 miliardi si passa infatti a circa 20, inclusi i 4 della delega fiscale. E un primo esempio dei sacrifici che dovranno essere fatti arriva dal Parlamento: contributivo per tutti i ‘nuovi’ e in pensione piu’ tardi. Ma in questo momento c’e’ anche da valutare il deciso peggioramento delle previsioni per l’Italia (l’Ocse prevede la recessione nel 2012 con il Pil in caduta dello 0,5%) e il costo dei maggiori rendimenti spuntati nelle aste dei titoli di Stato.

E mentre Mario Monti, nella sua veste di ministro dell’Economia, discute a livello europeo della regola dell’ ‘aggiustamento per ciclo’ (ma, precisano fonti, si tratterebbe di una possibilita’ per il medio-lungo termine, non immediata) si fa sempre piu’ stringente il taglio ai costi della politica: i Presidenti di Camera e Senato, ad esempio, hanno deciso di far partire il metodo contributivo dal primo gennaio prossimo per i vitalizi. E di mandare senatori e deputati in pensione piu’ tardi. Una novita che da l’idea di un progetto battistrada che anticipa le ipotesi che potrebbero arrivare per tutti i cittadini. Si va infatti definendo meglio il pacchetto di interventi legati alla previdenza: blocco totale del recupero dell’inflazione per le pensioni per il 2012 (vale 5-6 miliardi ma gia’ i pensionati della Cgil dicono ‘no’) e l’aumento di due punti delle aliquote per i lavoratori autonomi (ora al 20-21% molto inferiore rispetto al 33% dei dipendenti) per fare cassa. Poi aumento dell’eta’ per le pensioni di anzianita’ anche oltre i 40 anni, un anticipo delle misure previste per portare l’eta’ delle donne a 65 anni (ora prevista al 2026 che invece sarebbe al regime nel 2020). Ma dall’Europa le richieste (11 miliardi circa quelli indicati nel rapporto di Olli Rehn) sono ancora tante e riguardano, ad esempio, la maggior flessibilita’ in uscita nel mercato del lavoro (articolo 18). Per quanto riguarda la delega fiscale il percorso e’ tracciato: entro fine gennaio 2012 dovrebbe esserci l’approvazione della delega. In ogni caso se non si mettera’ mano alla revisione e al taglio delle agevolazioni fiscali entro il 30 settembre 2012, scattera’ automaticamente il taglio lineare per 4 miliardi di euro il prossimo anno di 16 miliardi nel 2013. Ma il tavolo presieduto da Vieri Ceriani, ora sottosegretario all’Economia, ha gia’ ben evidenziato che esistono ‘sconti’ piu’ importanti, che quindi e’ piu’ difficile tagliare, e sconti che valgono per ‘pochi intimi’ o per pochi spiccioli ciascuno. Quindi sui famosi 4 miliardi si sta ancora ragionando anche per evitare un taglio ‘lineare’, cioe’ generalizzato su tutte le voci. Ipotesi sulla quale Ceriani ha lavorato di recente. Note anche le altre misure allo studio: Ici sulla prima casa, patrimoniale (Silvio Berlusconi continua a dire no perche’ si deprimerebbero i prezzi delle abitazioni di oltre il 10%), aumento dell’Iva (non la vogliono i rappresentanti del commercio). Ma anche liberalizzazioni (ordini), privatizzazioni (5 mld l’anno) accompagnati da misure di equita’ e crescita (ad esempio piu’ lavoro e meglio retribuito per giovani e donne). Insomma la situazione e’ complessa e ben lo sa il premier che infatti spiega: ”Le linee di una complessa politica economico-sociale” saranno presentate ”nei prossimi giorni”. E’ gia’ infatti noto che il pacchetto (forse il primo di due) arrivera’ lunedi’ prossimo 5 dicembre per l’esame del Consiglio dei ministri. Poi un esame lampo in Parlamento dove la manovra arriverebbe di fatto ‘blindata’ e la conversione in legge. Il tutto per per mettere all’Italia di uscire da una situazione ”molto difficile”.

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