Antenne alzate al Quirinale dove si segue con sempre maggiore attenzione la doppia partita che Mario Monti sta giocando in queste ore sulla trattativa per la riforma del lavoro e sul futuro dell’azione politica del Governo che si decide attraverso un vertice di maggioranza. Tenere la guardia alta, dice il presidente del Consiglio che vede in dirittura d’arrivo il difficilissimo negoziato sul mercato del lavoro ma teme per il pacchetto liberalizzazioni mentre salgono le tensioni politiche pre-elettorali.

Un messaggio di prudenza condiviso dal Colle, dall’alto del quale si moltiplicano i segnali di cautela e prudenza: ‘parlare di tutto, vietato rompere e trovare percorsi di mediazione’, e’ il discreto invito che il presidente reitera alle forze politiche. Anche oggi infatti Giorgio Napolitano non ha fatto mancare al premier un robusto ombrello protettivo attraverso un concetto che il capo dello Stato ripete come un mantra ormai da mesi: di non sola crisi economica deve occuparsi il Governo con l’appoggio di partiti finalmente dialoganti in nome del bene dell’Italia. ”Le forze politiche hanno dato e stanno dando del loro senso di responsabilit… – si legge infatti in un estratto dell’intervento pronunciato dal presidente della Repubblica in occasione del conferimento della Laurea Honoris Causa all’Universita’ di Bologna e riportato oggi da ‘la Repubblica’ – sia cooperando attivamente all’adozione di scelte volte a fronteggiare le emergenze finanziarie ed economiche”, sia ”predisponendosi ad affrontare temi molteplici, pi— che mai rimessi ai partiti e alle Camere, di riforma delle istituzioni e delle regole parlamentari ed elettorali”. Ma la continua presenza del Quirinale, pur discreta nel rispetto del ruolo dei partiti e del Parlamento, non e’ mai stata nascosta come ha rivelato il ministro del Lavoro Elsa Fornero spiegando di aver parlato piu’ volte dei progressi sulla riforma del mercato del lavoro ”con il presidente Napolitano che ci fa sentire la sua vicinanza”. Solo pochi giorni fa, in un momento di grande difficolta nel negoziato, il capo dello Stato ha infatti fatto sentire la propria ”vicinanza’ al Governo e ha dato l’ennesima spallata per spingere le parti ad avvicinarsi: ”e’ necessario un atteggiamento aperto verso le modifiche tenendo fermi i principi di rispetto dei diritti”, disse lasciando la Camera. ”Insisto sulla necessita’ di una visione aperta alle esigenze di rinnovamento”, poiche’, sottolineo’, ”e’ fondamentale concepire la riforma del mercato del lavoro in funzione di un accrescimento della produttivita’ che purtroppo in Italia e’ stata stagnante da molti anni”. Miele per le orecchie di Mario Monti che si appresta a lasciare l’Italia per un impegnativo viaggio tra le ‘tigri’ asiatiche ed ha assoluta necessita’ di presentare il volto migliore di un’Italia profondamente riformata.

 

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