Quella del Cam, il ‘Contemporary Art Museum’ di Casoria, in provincia di Napoli, e’ “una sfida che non si puo’ perdere”. Parola dell’ex sottosegretario ai Beni Culturali, Riccardo Villari che commenta cosi’, all’Adnkronos, la provocazione del museo campano pronto ad ‘espatriare’ dopo cinque anni di minacce e atti vandalici per via della programmazione contro la camorra. Il museo, infatti, ha chiesto asilo politico-culturale alla Germania a causa anche della cronica mancanza di fondi. Una ‘fuga’ dall’Italia che, nelle intenzioni, dovrebbe tradursi nel trasferimento dell’intera collezione, conservata in Campania, in uno spazio tedesca.

Il museo, ricorda Villari, e’ nato grazie ad un atto “di coraggio. Il coraggio- spiega- di far nascere un luogo di cultura in una zona di frontiera, in un’area a nord di Napoli. Il Comune e la Regione hanno raccolto l’iniziativa di Antonio Manfredi, direttore del museo. Il problema, quindi, va circoscritto nell’ambito regionale perche’ questa e’ un’istituzione locale. Raccolgo – assicura Villari- questo grido di dolore. Parlero’ con l’assessore regionale alla Cultura, Caterina Miraglia. Ci muoveremo anche come consulta culturale del Pdl, che stiamo cercando di riunire su base locale. Cercheremo di dare risposte alla sofferenza di queste persone”. Una soluzione, per Villari potrebbe essere quella di “utilizzare il sostegno dei privati. Oramai le fonti sono queste”. “Questo museo – osserva l’ex sottosegretario ai Beni culturali- ha sempre vissuto sulla base dell’aiuto del Comune e sull’iniziativa dei singoli. Il grido di dolore che lancia puo’ essere raccolto innanzitutto dalla Regione”. Piu’ in generale, dice Villari, “cio’ che deve cambiare e’ l’atteggiamento delle istituzioni nei confronti della cultura in senso lato”. Quanto, infine, alla sua attivita’ di governo, Villari ricorda: “Durante la parentesi di Galan-ministro i tagli alla cultura non ci sono stati. Noi riuscimmo a scongiurare i tagli e ne avemmo dei benefici. Tutto questo per dire che la cultura e’ il nostro petrolio in cui dobbiamo investire”, conclude Villari.

 

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