Probabilmente Antonino Santillo è l’unico sindaco d’Italia che non ha trovato a tempo debito un accordo condiviso nella sua maggioranza in vista delle elezioni provinciali. Nel Casertano si vota il 10 dicembre. In lizza ci sono due consiglieri comunali di Orta di Atella: Giovanna Migliore (Provincia al Centro) e Antonio Chianese (Prima la Provincia di Caserta). A livello locale la prima è stata eletta nella lista Orta sul Serio, il secondo nel raggruppamento del primo cittadino Orta Democratica. La prima domanda nasce spontanea: per chi voterà Santillo? A quanto pare la sua preferenza andrà alla Migliore. Seconda domanda: perché la fascia tricolore non dà il suo voto a Chianese, eletto nella sua lista? Difficile dare una risposta. Ancora una volta il sindaco ha dimostrato di non masticare di politica. Se fosse stato un po’ più avveduto avrebbe riunito la sua coalizione, ben prima della presentazione delle candidature, per siglare l’intesa su un nome, in modo da evitare pericolosi scossoni post voto. Nulla di tutto questo. Per lui il problema non c’era. “Poi si vede”, ha detto a chi gli ha posto la questione anzitempo. In questi casi la tempistica è tutto. Muoversi in anticipo per prevenire possibili malumori fa la differenza tra chi capisce un minimo di politica e chi ne è completamente a digiuno. Santillo è a dieta ferrea. Ed ecco che le elezioni provinciali possono diventare il detonatore della crisi nella maggioranza. Abbiamo detto che ci sono due opzioni. Primo scenario: il sindaco appoggia Migliore. Che succede? Chianese si incazza e passa in un altro gruppo consiliare. Conseguenza? Orta Democratica, che oltre ad esprimere il sindaco ha incassato (follia) anche un assessorato, appannaggio di Annalisa Cinquegrana, cognata di Francesco Piccirillo, perderà il posto in giunta. È il minimo. Secondo scenario: Santillo sostiene Chianese. Risultato? Migliore e forse anche Giuseppe Massaro, primo eletto della lista Orta sul Serio, si metterebbero di traverso alimentando lo scontro con il sindaco. In un caso o nell’altro Santillo ha compiuto l’ennesimo capolavoro all’incontrario: l’indebolimento della maggioranza. Non solo. L’esito di un eventuale rimescolamento dei gruppi consiliari sarebbe imprevedibile. E potrebbe portare sorprese poco gradite. Di chi sarebbe la colpa? Del masochista Santillo, il “Tafazzi” della politica ortese. C’è di più. Allargando la valutazione all’assetto provinciale emergono altri elementi di disturbo. Migliore si è candidata nella lista sfornata dal consigliere regionale Giovanni Zannini. Se Santillo votasse per il consigliere di Orta sul Serio indirettamente darebbe una mano al presidente della commissione regionale Ambiente. Che ne penserebbero gli alleati? “No, grazie”, la risposta più verosimile. Peraltro legittima. Se invece il sindaco appoggiasse Chianese il suo voto andrebbe alla lista formata dal deputato leghista Gianpiero Zinzi. “Perché votare per la Lega?”, sarebbe la conclusione degli altri gruppi che compongono la coalizione di governo cittadino. Insomma Santillo si è ficcato in un cul de sac. E ha fatto tutto da solo, complimenti. Non finisce qui. Altri gruppi filo-Santillo che sostengono candidati di altre città ci resterebbero male ad essere snobbati. Anche questo è lecito. Quindi? Semplice: dopo il 10 dicembre ci saranno stravolgimenti. La cosa meno sanguinaria per Santillo sarebbe l’apertura di una verifica nella maggioranza. Lo sbocco più doloroso sarebbe la richiesta di un nuovo assetto dell’organigramma, alias azzeramento della giunta. In questi casi si sa dove si inizia ma non si può prevedere dove si approda. Ma Santillo è sereno. Ha adottato come canzone portafortuna “Vado al massimo” di Vasco Rossi: “Voglio vedere come va a finire andando al massimo senza frenare”. Si va a sbattere. E si finisce con le ossa rotte. Ma siamo curiosi. Dice Totò: “Vediamo questo stupido dove vuole arrivare”.

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