Il nodo del tesseramento monstre del Pd di Caserta non è stato sciolto nemmeno dalla commissione regionale per il congresso. Non c’è stato il via libera alla platea degli iscritti. Da qui le dimissioni, con una venatura polemica, di Franco Roberti da presidente. L’organismo ha concluso senza esito il mandato del nazionale. Quindi non ha più motivo di restare in carica. Per trovare una soluzione al caso Caserta l’eurodeputato aveva costituito un gruppo di lavoro ad hoc che però non ha trovato una soluzione. Non c’erano i numeri in commissione per il disco verde al tesseramento di Terra di Lavoro. Strada spianata al commissariamento della federazione casertana. La platea degli iscritti (quasi 7mila) si è gonfiata a dismisura per l’assalto alla diligenza della componente che fa capo a Gennaro Oliviero, considerato da Roma uno dei “cacicchi e dei signori delle tessere” da cacciare dal partito. “I sultanati – ha detto Elly Schelin all’assemblea nazionale – sono un male da estirpare”. Una battaglia condotta con caparbietà da Francesco Boccia, commissario uscente del Pd regionale. “In Campania non c’è agibilità di campo”, ha dichiarato più volte ai microfoni di Italia Notizie il senatore che si appresta a diventare capogruppo dem a Palazzo Madama. Parole che prenderanno forma nel commissariamento anche del Pd campano. Con l’elezione di Schelin a segretario nazionale si farà piazza pulita. Stop quindi all’elezione di Rosetta D’Amelio a capo dei dem della Campania. Doppio commissariamento e palla a Roma dove spira forte aria di “rivoluzione”. A partire dai territori con “mali da estirpare”.

Mario De Michele

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