Il Pd di Caserta dà i numeri. Su scala provinciale i tesserati sfiorano quota 7mila (6.800 per la precisione). A Sessa Aurunca il record mondiale degli iscritti: 1.050. In altre città, a fronte di un partito inesistente, si sono aggiunti alla famiglia dem centinaia di persone. Parlare di tesseramento dopato è un eufemismo. In Terra di Lavoro si è ben oltre lo scandalo. Si è sfociato nell’osceno. Una corsa agli armamenti da ribrezzo. La guerra delle tessere è scoppiata nell’area Bonaccini. Da un lato Gennaro Oliviero, esperto di iscrizioni di fama transfrontaliera, dall’altro Pina Picierno, più attenta alla politica che al tesseramento. Il presidente del consiglio regionale della Campania ha dispiegato tutto il suo esercito. Nella sua città, Sessa Aurunca, il numero degli iscritti ha sfondato il tetto di mille. Alla crescita abnorme di tessere hanno contribuito anche Massimo Schiavone e Silvio Sasso, molto radicati sul territorio. Entrambi sono consiglieri comunali e in passato hanno ricoperto rispettivamente le cariche di presidente dell’assise e di sindaco. In quella che considera “casa sua” Oliviero ha ordinato rastrellamenti a tappeto con l’obiettivo di distruggere i suoi nemici di partito. Ma ha seminato vento e ora raccoglie tempesta. Sessa Aurunca è diventato un caso nazionale. Un esempio da non prendere, che dimostra come il Pd casertano sia ancora fino al collo nelle sabbie mobili. Di anomalia ce ne sono tante. In molte altre città ci sono più iscritti che voti dem. Roma ha già dato sottolineato con la penna rossa le tessere irregolari. Francesco Gatto e Massimo Schiavone sono a posto, a differenza di quanto scritto da giornalisti d’accatto al servizio (a pagamento) di Oliviero. Il nazionale ha segnalato che con la stessa carta di credito sono state sottoscritte più di 3 tessere (il massimo da regolamento). In totale sono circa 700. Saranno annullate dalla commissione provinciale per il congresso che dovrebbe riunirsi oggi per l’approvazione della platea degli iscritti. I tesserati si ridurrebbero a oltre 6mila. Una mostruosità per un partito che ha attivi solo 5 circoli su 104 Comuni. Più iscritti che voti, per l’appunto. Se venisse ratificata la platea dei tesserati i circoli voterebbero le quattro mozioni nazionali nel giro in questo fine settimana. Cotto e mangiato.

Franco De Michele

C’è chi vorrebbe celebrare in quattro e quattr’otto anche il congresso provinciale per eleggere il nuovo segretario. Entro l’8 febbraio si presentano i candidati e dopo due giorni si voterebbe. Insomma, un congresso farsa. Senza dibattito, senza confronto, senza dignità. I sostenitori di Elly Schlein sono fortemente contrari a un’ipotesi del genere. Si stanno battendo per non far svolgere nemmeno i congressi di circolo. Richiesta sacrosanta. Spinge per il congresso Oliviero. Che, come sempre, mette di lato la politica e pone al centro i numeri (gonfiati). Il suo candidato alla segreteria provinciale sarebbe Franco De Michele. Un nome rispettabile, per carità. Esperto e competente. Non proprio nuovissimo. Ma con i giovani che si vedono in giro, meglio l’usato garantito. L’ex vicesindaco di Caserta si butterà nel mucchio selvaggio del congresso? È uno avveduto. In teoria evitare il tritacarne. Nutre però un forte spirito di revange. E potrebbe accettare la sfida. Una sfida implosiva. Ci sarebbero altre devastazioni. Macerie su macerie. Lo chiamavano Pd.

Mario De Michele

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