Come un lunapark. Ognuno sceglie la giostra. La più gettonata è la montagna russa: un continuo saliscendi con curve spericolate. Sembra il gruppo Pd della Provincia di Caserta. Da mesi ormai i rappresentanti dem viaggiano a ritmo serrato verso il totale disfacimento. Emblematico il caso di Alessandro Landolfi. Prima si è dimesso da capogruppo abbandonando il partito, poi in vista delle primarie ha congelato la decisione. E ora? Non si sa se è ancora in freezer oppure si è scongelato. Poi c’è Enzo Guida. Il sindaco di Cesa spruzza veleno sul Pd e santifica il consigliere regionale Giovanni Zannini dei Moderati. Il primo cittadino ha firmato un documento contro i dem di Terra di Lavoro. “In queste condizioni – ha dichiarato Guida in estrema sintesi – è normale il passaggio nell’area Zannini”. Parole al vetriolo contro tutto e tutti. Eppure nessuno si è degnato di replicare. Nessuno ha accompagnato alla porta Guida, che da un bel po’ si è “innamorato” di Zannini. Non a caso in qualità di consigliere provinciale del Pd ha detto sì al bilancio di previsione presentato da Giorgio Magliocca e all’assemblea dei sindaci il delegato del Comune di Cesa ha votato a favore dello strumento contabile del centrodestra. Idem Lorenzo Di Iorio, primo cittadino di Sessa Aurunca, supportato da Gennaro Oliviero. La fuga dal Pd ha trovato un’altra conferma nella decisione di aderire ai Moderati da parte di Giovanni Vagliviello, vicesindaco di San Marco Evangelista, eletto nella lista dem. Intanto Susanna Camusso tace ed è immobile. La senatrice non si è ancora calata nel difficile ruolo di commissario provinciale. Si rischia il tana libera tutti o, nella migliore delle ipotesi, si andrà avanti a passo di gambero. L’imperscrutabile Camusso non ha ancora messo mano al commissariamento di alcuni circoli, in primis quello di Sessa Aurunca, per il doping selvaggio delle tessere. Non ha ancora riannodato i fili con i territori. Non si è attivata per bonificare il partito. Chi ha sbagliato non ha pagato. Chi ha lavorato per il Pd non è stato premiato. E gli iscritti storici sono sempre più sfiduciati. Come dargli torto!

Mario De Michele

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