Vincenzo Santagata

Avrà un valore aggiunto da domani (5 ottobre) il consiglio provinciale di Caserta. Fa il suo ingresso in assise Vincenzo Santagata. Il sindaco di Gricignano subentra a Pasquale Salzillo, decaduto dopo lo scioglimento anticipato del civico consesso di Marcianise. Non si tratta di una new entry qualsiasi. Il primo cittadino gricignanese porta nell’ente dell’ex Saint Gobain competenza e capacità di fare. È uno concreto Santagata. E sicuramente interpreterà il suo ruolo in modo costruttivo nell’interesse del territorio. Pur essendo stato eletto nella lista la Provincia al Centro, Santagata entrerà in consiglio provinciale in quota Pd. Una collocazione scontata. È fresco di candidatura con i dem alle politiche nel collegio camerale di Aversa. Nella zona atellana ha riscosso un ottimo risultato con il boom dei voti nella sua città, dove il partito democratico ha sfiorato il 30% dei consensi. Una percentuale stellare. Di dieci punti superiore alla media nazionale. L’effetto Santagata si vedrà anche all’ente Provincia. A differenza degli altri componenti del gruppo Pd (?), tutti cortigiani di Gennaro Oliviero tranne il “redento” Enzo Guida, che continuano a vivere su un altro pianeta insistendo in una sciocca logica di contrapposizione tra maggioranza e opposizione, il sindaco gricignanese si rimboccherà le maniche senza farsi ingabbiare nel recinto della colorazione politica. I dem (?) olivieriani Alessandro Landolfi, Salvatore Lettera, Ciro Marcigliano e Stefano Antonio Cioffi fingono di dimenticare che non sono stati eletti dai cittadini ma dagli amministratori locali casertani. Non dovrebbero dar conto al loro “capo” ma ai sindaci e consiglieri comunali che li hanno votati. Eppure hanno un esempio in Marcello De Rosa. Da quando è stato eletto il sindaco di Casapesenna ha trascurato lavoro e famiglia. Si reca in sede almeno 4 volte a settimana. Non va a scaldare la sedia. Si occupa di problemi concreti. E li risolve. Lo dimostrano i progetti per 16 milioni di euro stanziati per il rifacimento e la messe in sicurezza delle strade provinciali. Del resto la ratio della legge, che non a caso non prevede nemmeno la sfiducia del presidente dell’ente, è quella di lavorare sinergicamente per risolvere i problemi della gente.

Salvatore Lettera e Alessandro Landolfi

La Provincia non è la sede adatta per le beghe di partito. Lo stabilisce la normativa. Landolfi, Lettera, Marcigliano e Cioffi farebbero bene a darsi da fare. Non c’è traccia, nemmeno se si cerca con il lanternino di Diogene, di loro proposte finalizzate alla risoluzione di tematiche di interesse generale. In verità la loro presenza presso l’ente dell’ex Saint Gobain si limita a mala pena alla partecipazione delle sedute consiliari. Si presentano, spesso anche in ritardo, fanno il loro show da quattro soldi per accontentare Oliviero e poi si danno alla macchia per mesi. Davvero parva materia. Con l’ingresso di Santagata la musica cambierà. Il Pd (vero) potrà contare su un consigliere provinciale che metterà a disposizione della collettività la sua competenza professionale e il suo impegno quotidiano. I dem finalmente si caratterizzeranno per capacità progettuale e dedizione alla causa. Il gruppo del partito democratico (vero) ruoterà attorno a Santagata e Guida. Due sindaci, molto diversi tra loro (il secondo è un bel po’ cattivello), che andranno nel merito delle questioni. Che affronteranno le problematiche segnalate dai territori. Che insomma incarneranno il ruolo di consiglieri provinciali così come stabilisce la legge. Molto probabilmente le guerre di Oliviero le continueranno a condurre per procura i quattro moschettieri Landolfi, Lettera, Marcigliano e Cioffi. Ma da domani (5 ottobre) non le faranno nel nome del Pd. La messa funebre (in senso figurato, per i ciucci) è finita. andate in pace.

Mario De Michele

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