Non è costume di Italia Notizie pubblicare i documenti politici o i comunicati stampa così come ci giungono in redazione, senza “arricchirli” di nostre riflessioni o ragionamenti, spesso critici. Ma nel caso della nota inviataci da Uniti per Cesa non c’è nulla da aggiungere. Il gruppo di opposizione spiega in modo impeccabile ed esaustivo i motivi del sostegno al candidato sindaco Giuseppe Fiorillo alle comunali del 2026 e descrive, altrettanto compiutamente, il clima in cui è piombata la città sotto la gestione decennale di Enzo Guida. Perciò di seguito pubblichiamo integralmente il documento di Uniti per Cesa che, tra l’altro, pone l’accento su una serie di importanti tematiche politico-amministrative, basilari per la piattaforma programmatica della “coalizione dei volenterosi” capeggiata dall’ex fascia tricolore Fiorillo.

“Abbiamo letto con interesse e curiosità l’articolo di Italia Notizie in cui si cita Uniti per Cesa, con qualche interrogativo sul suo stato di salute. Per dovere di cronaca e soprattutto per correttezza verso chi in questi anni ci ha sostenuto e seguito, partiamo dalla risposta a nostro avviso più importante: Uniti per Cesa è vivo, esiste e continuerà ad esserlo. A Cesa è in atto da qualche anno una “delegittimazione” sistematica del dissenso. Chi non si allinea diventa “nemico”, “odiatore seriale”, “seminatore di zizzania”. In tempi non sospetti abbiamo scelto di dire la nostra su tutto ciò che secondo noi non andava nella doppia gestione Guida. Lo abbiamo fatto, lo faremo ancora. Siamo orgogliosi di essere stati indicati come bersagli da colpire, nel pieno della polemica politica sul PUC dei mancati invii, in quell’autentico emblema dello squallore che è stato il manifesto intitolato “Nemici della città” firmato da “Nuova Primavera cesana”. L’ultima in ordine di tempo a certificare la bontà e la veridicità di quanto abbiamo sempre affermato, è stata la Soprintendenza. Non vogliamo sostituirci alle autorità competenti o agli enti sovra-comunali, di cui rispettiamo l’operato. Non intendiamo confondere i piani. I mesi e i fatti daranno tutte le risposte del caso. La questione è politica. Le cubature e le concentrazioni distinguono i “padroni” dai “padri di famiglia”, le lobby del cemento dal piccolo proprietario. Le favolette se le porta via il vento, soprattutto quando si è in presenza di “carte conosciute”.

Tale premessa è necessaria per rispondere al secondo quesito. Sul PUC, sui concorsi, sugli affidamenti di incarichi a parenti e amici di amministratori, sul mancato rispetto di quanto prescritto dalla legge regionale sul Cantiere servizi ambientali di Cesa, sulla non rotazione di ditte e professionisti e sulla SOGERT, non abbiamo intenzione di arretrare di un solo millimetro. Rispetto alla “ruota della fortuna” in salsa cesana delle procedure concorsuali, che ha fatto discutere un’intera Provincia, ci permettiamo di consigliare a qualche pseudo influencer di dare un’occhiata all’esercito di cesani che ogni mattina all’alba percorre a piedi o in macchina via Madonna dell’Olio e via Atellana per dirigersi alla stazione di Aversa e raggiungere le sedi lavorative, dopo ore di viaggio e di preghiere per scongiurare scioperi e guasti. Per non parlare di chi ha dovuto lasciare casa e affetti per poter mettere il piatto a tavola. Uomini e donne, spesso ancora imprigionati nel limbo della precarietà, sicuramente non meno capaci dei signori del “cerchio magico”. Uniti per Cesa sta con loro. Chi si illude di ridurre il tutto ad una polemica di tipo personalistico, può ingannare al massimo qualche suo tifoso o attendente per convenienza. La nostra critica è di tipo valoriale, etico, politico, di opportunità. E troverà spazio negli interventi dei nostri candidati alle prossime elezioni.

Giuseppe Fiorillo

Il nostro gruppo è parte attiva e integrante della “coalizione dei volenterosi” che sta dando forma e sostanza alla lista “Cesa in Comune”, guidata dal dottor Giuseppe Fiorillo. Abbiamo deciso di schierarci con Fiorillo non solo per la stima che ci lega all’uomo e al professionista, ma per la convinzione che si tratti del profilo più adatto a dare nuovo vigore alle nostre battaglie del passato, garantendo al contempo l’attuazione della piattaforma programmatica di Uniti per Cesa, fatta di tutela della piccola proprietà, riqualificazione del centro cittadino, difesa del commercio di prossimità dalla minaccia dei grossi insediamenti, cura del verde pubblico, rigenerazione urbana, trasparenza nell’affidamento di incarichi, presentazione di un’offerta culturale valida, adozione di provvedimenti volti a favorire l’inclusione sociale e a contrastare la cementificazione massiccia del territorio. Bisogna scongiurare il rischio di diventare un paese dormitorio, in cui si arriva quasi unicamente perché le case costano meno che altrove. Qualche segnale in tal senso c’è già, come dimostrano per esempio le poche iscrizioni alle scuole pubbliche cesane. I numeri sono numeri.

Rispetto alla delicata questione della rigenerazione urbana, non si può non parlare della “riconversione” delle case-ufficio, un problema di rilevanza sociale che si trascina da anni. Non ci siamo mai nascosti e non abbiamo intenzione di iniziare a farlo ora: è necessario mettere mano allo strumento urbanistico. Il decreto “Salva Casa” di Salvini è chiaro: i cambi di destinazione d’uso non possono essere autorizzati per gli immobili che ricadono nelle zone D, destinate ad attività produttive. Occorre fare una variante al Puc. L’attuale amministrazione ha tutti gli strumenti a disposizione per andare fino in fondo. Lo facesse. Ma oggi, non tra altri dieci anni di promesse. Se non dovesse farlo, il problema si riproporrà per la prossima maggioranza. In quel caso, se i cittadini dovessero premiare “Cesa in Comune”, la nostra componente si muoverà senza preclusioni di sorta, nel rispetto della legalità e dell’interesse generale. A testa alta, con la schiena dritta e alla luce del sole. Gli unici modi che conosciamo per dare un contributo alla nostra comunità”.

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