Un giallo nel giallo. La vicenda ancora tutta da chiarire dello sparo di Capodanno, nel corso di una festa in provincia di Biella, partito dal revolver, una North american Arms LR22, detenuta dal deputato Emanuele Pozzolo, si arricchisce di un nuovo tassello: il via libera al porto d’armi per difesa personale ottenuto dal parlamentare nel dicembre scorso. L’ok, come da prassi, è stato rilasciato dalla Prefettura di Biella dopo la richiesta avanzata da Pozzolo. Una istanza sollecitata in quanto si sentiva in pericolo dopo avere preso parte, nella veste di membro della commissione Esteri della Camera, ad un convegno sulla situazione dei cristiani in Iran e temeva possibili azioni per mano dei pasdaran. Sulla richiesta le autorità avevano chiesto il parere, non vincolante, dei carabinieri. Sul punto l’Arma precisa di “non avere espresso alcun parere negativo”. Ma c’è di più. Il comando provinciale di Biella afferma di avere comunicato “solo di non essere in possesso di elementi utili di valutazione” in ordine alle esigenze rappresentate dal parlamentare per il rilascio dell’autorizzazione. Dal canto suo anche la Questura non ha fornito pareri su una richiesta che Pozzolo, già in possesso del porto d’armi per uso sportivo, aveva avanzato dopo il trasferimento della residenza a Campiglia Cervo. La Prefettura ha quindi dato il via libera. Tutto questo è avvenuto a metà dicembre, poche settimane prima di Capodanno. Nell’ultimo giorno dell’anno Pozzolo si è quindi recato “armato” nei locali della Pro Loco di Rosazza (Biella) per festeggiare l’arrivo del 2024. Il resto di quanto avvenuto quella notte, il ferimento di Luca Campana, genero di Pablito Morello caposcorta del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro che era alla festa, è ora all’attenzione dei magistrati della Procura di Biella che hanno proceduto all’iscrizione nel registro degli indagati del parlamentare per i reati di lesioni colpose, accensioni pericolose, omessa custodia di armi Sul rilascio del porto d’armi e l’iter seguito dalle autorità, il Pd annuncia una interrogazione urgente al ministro Piantedosi. “Si rende necessario un immediato intervento del ministro – afferma l’esponente Dem, Federico Fornaro – per verificare le ragioni di questa procedura alquanto irrituale seguita dalla prefettura biellese”. Dal punto di vista giudiziario, i pm piemontesi sono in attesa dei risultati dello stub, l’esame che dovrebbe accertare la presenza di eventuali residui di polvere da sparo sulle mani e anche gli abiti che il deputato indossava a Rosazza. Solo dopo l’accertamento, che è stato svolto dai carabinieri del Ris di Parma, i magistrati potrebbero convocare in procura il deputato per interrogarlo e ricostruire anche con lui quanto avvenuto.

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