Manca solo il suggello dell’ufficialità che sarà impresso a breve: Stefano Graziano appoggerà Stefano Bonaccini nella corsa per la segreteria nazionale del partito democratico, che vede in lizza anche Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli. Il capogruppo Pd della commissione Difesa alla Camera sceglie il campo del governatore dell’Emilia Romagna. Due ordini di motivi alla base della decisione: la convincente mozione di Bonaccini e il tandem con Pina Picierno. Per semplificare si tratta di un posizionamento politico-territoriale. Graziano e il vicepresidente del Parlamento europeo sono casertani e molto legati tra loro. In caso di vittoria di Bonaccini la Picierno sarà il suo braccio destro con l’incarico di vicesegretario. Terra di Lavoro avrebbe un ruolo centrale nelle scelte nazionali del partito. Le motivazioni politiche sono delineate con precisione millimetrica: secondo Graziano il presidente dell’Emilia Romagna è l’uomo giusto nel momento giusto, a cominciare dall’idea che esista un’identità democratica senza aggettivi che si pone più capace e adeguata a cogliere e interpretare le sfide e le speranze di oggi. Posizioni espresse da Graziano e da una pattuglia di parlamentari dem già nei giorni scorsi e sintetizzati nel documento “Per una vera fase costituente: ricostruire il Pd sulle fondamenta originarie dei valori dei Democratici”. Promotori, oltre Graziano, Stefano Ceccanti, Graziano Delrio, Marianna Madia, Roberto Morassut, Pina Picierno, Debora Serracchiani, Giorgio Tonini e Walter Verini.

Stefano Graziano

Il documento sostiene che ”lo spirito ‘costituente’ chiama le componenti culturali, politiche, territoriali del partito ad uno sforzo per convergere su ciò che unisce per tenere insieme e armonizzare le due diverse tensioni, il Congresso e lo ‘spirito costituente’, tanto difficile quanto indispensabile”. Graziano, Ceccanti, Delrio, Madia, Morassut, Picierno, Serracchiani, Tonini e Verini mettono un punto fermo: “Rispetto ai testi costituzionali del Pd vanno messi al bando i giudizi sommari in favore di un approccio rispettoso, non solo delle personalità che di quella vicenda furono protagoniste, ma anche e soprattutto del metodo partecipato che allora fu adottato. A quindici anni di distanza – rimarcano i promotori – i principi fondamentali alla base della fondazione del Pd, al di là delle loro formulazioni puntuali, appaiono del resto più attuali che mai”. Poi l’appello ai candidati in corso per la leadership del partito: “Bisogna condividere l’impegno a non tralasciare i principi identitari del Pd, collocando la competizione sul terreno del loro sviluppo in una efficace e convincente proposta politica e di governo con la distinzione tra la fase attuale di verifica congressuale e di inizio del dibattito costituente e quella delle decisioni costituenti, da affidare alla prossima Assemblea nazionale”. Questa piattaforma proposta da Stefano Graziano e da altri 8 parlamentari rappresenta la base di partenza di un percorso completamente nuovo. Il documento risale al 22 dicembre. Poi c’è stato l’annuncio di Bonaccini del tandem con la Picierno. E il capogruppo Pd della commissione Difesa della Camera non ha avuto dubbi sul quale fronte schierarsi. Quella di Graziano sarà una battaglia leale soprattutto nei confronti di Elly Schlein. Il coordinatore della mozione della leader di “Open Pd” è Francesco Boccia, commissario regionale dei dem campani, legato da un affetto duraturo e profondo con Graziano. Che sosterrà con forza il duo Bonaccini-Picierno ma non farà interventi a gamba tesa sulla Schlein. Una posizione che incarna lo spirito del documento “Per una vera fase costituente: ricostruire il Pd sulle fondamenta originarie dei valori dei Democratici”, che richiama con fermezza le ragioni dell’unità. Non solo. Da sempre Stefano Graziano ha sostenuto che si debba scongiurare il rischio di scissioni o di contrapposizioni correntizie all’indomani delle primarie del 19 febbraio (salvo improbabili rinvii). Non ci dovranno essere vincitori e vinti. Ma un gruppo coeso che segue la stella polare della collegialità e della ricostruzione unitario del partito democratico.

Mario De Michele

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