Ci sono attuali esponenti del governo come i ministri Guido Crosetto, da una denuncia del quale è partita l’indagine ora a Perugia, Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso insieme a Marta Fascina, parlamentare e compagna di Silvio Berlusconi, gli ex presidenti del Consiglio Giuseppe Conte e Matteo Renzi, ma anche Fedez, Cristiano Ronaldo e Massimiliano Allegri tra coloro che sarebbero stati spiati dal finanziere Pasquale Striano quando era in servizio alla Procura nazionale antimafia. Un quadro che si delinea nell’indagine della Procura di Perugia secondo la quale le informazioni sarebbe frutto di circa 800 accessi abusivi alla banca dati relativa alle Segnalazioni di operazioni sospette. Agli atti dell’inchiesta non c’è però al momento la prova che siano stati realizzati dossier su personalità delle istituzioni o politici. E che dunque quelle informazioni siano state usate. Per il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri serve però “un’ispezione profonda” sulla procura antimafia. “Ne parleremo in Parlamento perché la cosa non può finire qui” ha sottolineato. Per i magistrati del capoluogo umbro guidati da Raffaele Cantone al momento non emerge un’attività di dossieraggio vera e propria ma ritengono comunque che ci siano stati accessi ritenuti abusivi al sistema informatico delle cosiddette Sos, le operazioni ritenute sospette che gli operatori finanziari sono tenuti a segnalare e sulle quali poi deve fare luce la magistratura per stabilire se rappresentino qualcosa di illecito o si tratti di normali transazioni. Una sorta di ricerca a strascico che Striano avrebbe compiuto spesso, secondo quanto accertato fino ad ora, non trovando alcunché. Tra le personalità oggetto della ricerca risultano anche i sottosegretari Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari, Olivia Paladino, compagna di Giuseppe Conte, Marco Carrai o nomi di persone estranee alla politica, come anche Andrea Agnelli e il presidente della Federcalcio Giuseppe Gravina. Perché Striano abbia fatto le ricerche è ancora oggetto dell’indagine che coinvolge una quindicina di persone tra cui alcuni giornalisti che hanno ricevuto la solidarietà dell’Usigrai “perchè hanno fatto semplicemente il loro lavoro di giornalisti d’inchiesta”. Emerge però che Straino non ha ricevuto denaro a chi ha eventualmente fornito le informazioni. Il suo difensore ha sottolineato in passato che il tenente “si è sempre mosso nell’alveo delle regole e seguendo le direttive che gli arrivavano”. “Non sappiamo nulla di dossier” ha affermato il legale. L’indagine ha però già avuto riflessi politici. “Io credo che bisognerebbe dar luogo ad un’immediata ispezione e valutare se debbano essere poi assunti provvedimenti straordinari per la guida di questo organismo che pare essere sfuggito al controllo” ha affermato Gasparri parlando della procura antimafia. “Non è possibile – ha aggiunto – che soltanto un maresciallo della guardia di finanza abbia potuto scorrazzare dentro banche dati compiendo atti che sembrano assolutamente fuori da qualsiasi regola”. “La Procura nazionale Antimafia, oltre a sfornare candidati per la sinistra, dovrebbe essere un organo di estrema garanzia su un fronte delicato per la sicurezza dello Stato” ha proseguito. Per il senatore “questa vicenda getta un’ombra su questa fondamentale istituzione”.”L’inchiesta sugli spioni che setacciavano illegalmente i dati di centinaia di cittadini, soprattutto di centrodestra e in particolare politici e persone vicine alla Lega, rivela un quadro sconcertante”. E’ quanto si legge in una nota della Lega. “Siamo certi che i più alti vertici delle Istituzioni sapranno intervenire con chiarezza inequivocabile e chiederemo che il Copasir approfondisca la questione in dettaglio fino alla completa chiarezza sui fatti, a partire dalle audizioni dei vertici presenti e passati della Guardia di Finanza e dell’Antimafia. Siamo di fronte a un attacco alla Repubblica e alla democrazia”, prosegue la nota. “Siamo di fronte a un attacco alla Repubblica e alla democrazia che coinvolge Magistratura, Guardia di Finanza e giornali di sinistra, col risultato che in più di un’occasione le Procure hanno aperto inchieste basandosi su presunti scoop nati da notizie costruite a tavolino sulla base di dati ottenuti illegalmente”, conclude la nota della Lega.

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