Incredibile epilogo nelle indagini per la morte della ragazza che ha perso la vita a causa di una caduta dello scooter. In manette è finito il fratello della giovane, Antonio Gaglione, 25 anni. “Non volevo ucciderla – ha detto agli inquirenti – volevo solo darle una lezione”. Già, una lezione perché era stata ‘infettata’, in quanto tratteneva una relazione gay. E così dall’accusa di lesioni personali, si è passati a quella di omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall’omofobia. Maria Paola Gaglione sarebbe stata a lungo inseguita mentre viaggiava alla guida di uno scooter, in compagnia del suo compagno trans. Poi in una curva il mezo è finito fuori strada, e Maria Pia su di un tubo che le ha tranciato la gola, ferito l’altro passeggero. Sarebbero questi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli ultimi attimi di vita della giovane morta nella notte tra venerdì e sabato; il fratello, disoccupato, residente al Parco Verde di Caivano (Napoli), dopo aver inseguito si sarebbe anche lanciato su Ciro, questo il nome del compagno della ragazza, pestandolo, non rendendosi forse conto che la sorella fosse ormai morta.

   “La storia di Maria Paola è sconvolgente e triste – ha dichiarato don Maurzio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano -, ho battezzato sia lei chre il fratello, e qualche anno fa ho anche celebrato il suo matrimonio. Non credo volesse davvero uccidere la sorella, forse voleva solo darle una lezione”.  

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