Tutto chiaro come una giornata di sole. Sullo scandaloso manifesto sottoscritto da Pd di Orta di Atella e associazione cittadina Socialisti & Democratici siamo riusciti a fare piena luce. Ora abbiamo tutti gli elementi per ricostruire minuziosamente e senza margini di errore una delle pagine più buie della politica locale. Ieri Campania Notizie ha pubblicato un articolo per denunciare l’osceno attacco sferrato nei confronti dei commissari straordinari Francesca Giovanna Buccino, Rosa Maria Falasca e Lucia Guerriero, che da oltre un anno tengono il timone del Comune a seguito dello scioglimento per presunte infiltrazioni camorristiche dell’amministrazione comunale capeggiata da Andrea Villano. Oggi, dopo aver acquisito atti ufficiali e ulteriori informazioni, abbiamo il dovere di chiedere scusa, e non ce ne vergogniamo affatto, a Gigino Ziello, Eduardo Indaco e Tonino Russo, chiamati ingiustamente in causa. È un obbligo deontologico. La nostra stella polare è e sarà sempre la verità. In questa ottica riteniamo sacrosanto discolpare chiunque sia stato da noi criticato ingiustamente. Abbiamo già provveduto a modificare l’articolo di ieri (leggi), ma riteniamo ugualmente necessario approfondire la vicenda per consentire ai lettori e ai cittadini di giudicare le persone e i loro comportamenti in base a fatti totalmente veritieri.

LE VERGOGNOSE ACCUSE CONTRO LA TRIADE COMMISSARIALE

Vincenzo Gaudino e Francesco Piccirillo

Piccolo preambolo. Il 24 dicembre è apparso sui muri di Orta di Atella un manifesto con tanto di simboli del Pd e dell’associazione Socialisti & Democratici per Orta di Atella. Un documento zeppo di attacchi violentissimi sul piano amministrativo ma soprattutto su quello della moralità e dell’onestà della triade commissariale. Frasi a dir poco scioccanti del tipo: “Artifizi da parte di alcuni funzionari, fra l’altro, propedeutici a garantire “rendite di posizione”, con successivi atti emanati dalla stessa commissione, addirittura, in ottemperanza a deliberazioni della giunta sciolta”. Ributtante il riferimento alla “contiguità” con l’amministrazione comunale sciolta per camorra. “Sarebbe stato opportuno – si legge nel manifesto sottoscritto da Pd e Socialisti & Democratici – ritrovare l’essenza del proprio mandato nella conoscenza approfondita della realtà territoriale, attraverso un’analisi accurata di quanto espresso nei documenti, che hanno delineato, con estrema chiarezza, le motivazioni dello scioglimento del consiglio comunale. Siamo convinti che tutto ciò avrebbe certamente garantito un sostegno proficuo all’azione amministrativa ed evitato di alimentare, certamente in buona fede, un’inopportuna continuità amministrativa con le esperienze precedenti, palesata anche attraverso il coinvolgimento, determinante, di soggetti impegnati attivamente nelle ultime gestioni”. In altre parole, secondo i promotori del documento, funzionarie dello Stato della levatura morale e professionale di Buccino, Falasca e Guerriero invece di garantire il pieno rispetto delle regole tagliando i ponti con il passato avrebbero addirittura dato seguito all’azione amministrativa dei governanti sciolti per mafia. Pazzesco. Chi sono coloro i quali sono scappati dal manicomio?

GIGINO ZIELLO, EDUARDO INDACO E TONINO RUSSO NON C’ENTRANO

Eduardo Indaco, Tonino Russo e Gigino Ziello

Come detto, col quel “mostro” di manifesto Gigino Ziello (che non fa parte né del Pd né dei Socialisti & Democratici), Eduardo Indaco e Tonino Russo non c’entrano assolutamente nulla. Anzi si sono opposti alla pubblicazione, assieme a Mimmo Iovinella, Raffaele Arena, Peppe Rega e Giacinto Meta. Dopo essere stati consultati dai promotori, ai quali hanno detto a chiare lettere di non condividere il contenuto del documento, e all’indomani della pubblicazione hanno inviato una comunicazione a Emilio Cimmino, segretario provinciale del Pd di Caserta e commissario cittadino dei dem ortesi. “Siamo rimasti basiti, che nei giorni scorsi, sia stato affisso un manifesto a firma del Pd locale articolato con toni sprezzanti e dai contenuti duri nei confronti della triade commissariale. Un documento politico scritto ed ideato senza nessun coinvolgimento nella stesura dello stesso, e senza nessuna condivisione di una parte degli iscritti al partito…. Accusare la terna commissariale di “un’inopportuna continuità amministrativa con le esperienze precedenti” lo riteniamo imbarazzante per un partito come il nostro, che esprime nel governo nazionale un Ministro dell’Interno, lo stesso che ha già agito per ripristinare sul nostro territorio il corretto andamento dell’attività amministrativa”. Nettissima la presa di posizione, al punto che i mittenti della lettera a Cimmino annunciano che nel caso non siano presi i necessari provvedimenti ragioneranno “sull’ipotesi di autosospenderci con estrema amarezza qualora si continui su una strada a senso unico”. Anche per questo è ancora più doveroso rimarcare la totale estraneità di Iovinella, Arena, Peppe Rega e Giacinto Meta, ancor di più di Indaco e Russo che erano stati ingiustamente additati.

ECCO I COLPEVOLI: VOZZA, PICCIRILLO, GAUDINO, MOZZILLO, DI MICCO

Mario Vozza, Luca Mozzillo e Michele De Micco

Allora chi sono i promotori della folle iniziativa? Presto detto. In primis Mario Vozza, presidente dell’associazione Socialisti & Democratici, e Francesco Piccirillo. Il primo è il nipote di Carmine Vozza, mente diabolica del sodalizio. Il secondo è un costruttore last minute degli anni del cemento, fallito con la stessa velocità con cui si trasformò in imprenditore durante l’era di Angelo Brancaccio. Piccirillo è così pieno di debiti che ogni mattina quando si sveglia che sia gazzella o leone deve comunque correre a gambe levate. Tra gli altri sostenitori del manifesto contro la triade commissariale spiccano i nomi di Enzo Gaudino, Luca Mozzillo e Michele De Micco, con casa abusiva con ampia vista sul cimitero. L’appoggio dei primi due ci ha sorpreso e non poco. Gaudino è un avvocato, ha quindi studiato Legge e dovrebbe stare dalla parte dello Stato, cioè dei rappresentanti della Prefettura. Mozzillo è un bravo ragazzo. A Natale siamo tutti più buoni, diciamo che “non sa quello che fa”. Attenuante generica di cui non può beneficiare Carmine Vozza. Lui è uno squalo bianco della politica ortese, al pari di Brancaccio col quale si scambiava anche lettere affettuose. A differenza di tutti gli altri protagonisti negativi e positivi della vicenda è l’unico ad aver aderito al Pd ma solo all’associazione Socialisti & Democratici, che è una creatura, interna ai dem, del presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero. Oltre che dal segretario provinciale Cimmino, ci aspettiamo anche dal capo del parlamentino campano una forte presa di posizione.

STATO E ANTI-STATO, DIPENDENTI COMUNALI INFEDELI, SERVE INCHIESTA

Carmine Vozza

Il manifesto della Vigilia di Natale assumere i contorni di uno spartiacque tra un Pd pro-Stato (Indaco, Russo, Iovinella, Arena, Rega e Meta) e un Pd anti-Stato (Mario Vozza, Piccirillo, Di Micco, Gaudino, Mozzillo). Accusare la commissione straordinaria di operare in continuità con un’amministrazione sciolta per camorra significa scagliarsi contro le istituzioni statali. C’è poco da discutere. Soprattutto alla luce del contenuto altamente diffamatorio del documento. Anche per questo siamo certi che non sarà sfuggito al comando dei carabinieri di Orta di Atella. Nel manifesto vengono segnalati presunti reati, peraltro gravissimi. Le autorità competenti devono fare chiarezza. Subito.

Un altro aspetto oscuro riguarda la possibile “fuoriuscita” di atti amministrativi interni. Se tra i funzionari comunali c’è un “corvo” va spennato subito. Altrimenti, e questo è il rischio vero, il lavoro trasparente e irreprensibile della triade commissariale potrebbe essere compromesso da dipendenti infedeli.

Michele Apicella

LA MISSIVA AL SEGRETARIO EMIDDIO CIMMINO CONTRO IL MANIFESTO

IL MANIFESTO CONTRO LO STATO

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