Si e’ concluso con 20 condanne il processo ‘Normandia’ che vedeva imputati imprenditori, colletti bianchi, politici ed esponenti del clan dei casalesi; il gup Paola Russo, in particolare, ha inflitto nove anni e quattro mesi di reclusione all’ex consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro,

accusato di essere l’interfaccia tra la criminalità organizzata e gli imprenditori; sette anni e sei mesi al fratello Luigi, dieci anni a Nicola Schiavone, nipote del boss Francesco, noto come ‘Sandokan’, accusato di essere preposto alla gestione degli affari del clan nel settore degli appalti pubblici. Per i due Ferraro, il pm Antonello Ardituro, titolare dell’inchiesta assieme al collega Marco Del Gaudio, aveva chiesto rispettivamente 14 e 10 anni; 14 la richiesta anche per Schiavone. Soddisfazione e’ stata espressa da Ardituro, per il quale ”dopo quella del processo Spartacus, la sentenza di oggi e’ la piu’ importante per il territorio di Caserta, perche’ fa luce sugli intrecci tra camorra, politica, imprenditoria, appalti e illeciti nel settore dei rifiuti”. Ferraro e’ stato condannato anche per il reato di turbativa d’asta relativo all’appalto per le centraline per il controllo della qualita’ dell’aria a Caserta, reato di cui era accusato in concorso con i prefetti Paolino Maddaloni e Maria Elena Stasi. Questi ultimi hanno chiesto il processo con rito immediato, che è in corso a Santa Maria Capua Vetere.

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