NAPOLI – Sette pistole e oltre 250 cartucce sono state scoperte e sequestrate dal nucleo radiomobile dei carabinieri di Napoli nella chiesa Maria SS degli Angeli di Miano, quartiere della città confinante con Scampia e Secondigliano, dove è in atto una faida tra gli ‘Scissionisti’ e i cosiddetti ‘girati’ del gruppo di via Vanella Grassi.

Le armi sono state individuate dai militari in una intercapedine dietro l’altare. Durante una perquisizione in una comunità di recupero vicina alla chiesa i carabinieri hanno trovato e sequestrato 150 grammi di marijuana e materiale per confezionarla e per immetterla sul mercato dello spaccio. Un detenuto agli arresti domiciliari in una stanza della comunità è stato trovato in possesso di un bilancino di precisione e di 40 grammi di anfetamina. L’uomo, Cortese Luca, 30 anni, è stato arrestato. Su un monitor nella sua stanza, grazie a una telecamera a infrarossi orientata verso l’ingresso, sorvegliava gli accessi al centro (l’impianto è stato sequestrato). Un altro detenuto agli arresti domiciliari nel centro, Francesco Comune, 36 anni, è stato trovato in possesso delle chiavi di accesso alla chiesa ed è stato arrestato. Le pistole sono state inviate al RACIS di Roma per verificare se siano state utilizzate per compiere azioni criminali.

Sconcerto e amarezza sono state le reazioni di padre Carlo De Angelis, responsabile della parrocchia di San Francesco Caracciolo al cui territorio appartiene la cappella di S. Maria degli Angeli al Cavone. Ascoltato dai militari, il religioso – appartenente all’ ordine dei padri Caracciolini – ha spiegato di aver affidato lui stesso le chiavi della cappella all’uomo arrestato, Francesco Comune di 36 anni, che avrebbe avuto il compito di pulire i locali ed effettuare piccoli lavori di manutenzione. Le indagini dovranno ora accertare se Comune a sua volta abbia consentito ad altri l’accesso alla chiesa. Padre De Angelis ha sottolineato di non aver avuto in precedenza motivi per dubitare della correttezza di Comune. La cappella si trova in una zona isolata, distante dalla parrocchia, e per questo motivo padre De Angelis aveva affidato le chiavi all’uomo, residente nella comunità di recupero attigua alla chiesetta.

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