Manifestazione con striscioni da parte di un gruppo di donne all’esterno del tribunale dell’Aquila in occasione della prima udienza del processo, con rito abbreviato, a Francesco Tuccia, giovane campano accusato dello stupro di una studentessa laziale fuori da una discoteca di Pizzoli (L’Aquila), nel febbraio scorso, quando era militare di stanza all’Aquila. In aula è presente la vittima. “Siamo qui contro il femminicidio che nasce da una cultura sbagliata da troppo tempo”, ha detto un’esponente di Rete Rosa, un’associazione di genere di Tivoli, città d’origine della ragazza stuprata.

Il Centro Anti Violenza dell’Aquila intende a costituirsi parte civile, come spiega l’avvocato Simona Giannangeli: “Una battaglia difficile, poche volte è successo in Italia ma è stato leso un nostro diritto soggettivo”. Le donne espongono alcuni striscioni su cui si legge: “Per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa”, “La violenza degli uomini sulle donne ci riguarda tutte”, “Con o senza divisa guai a chi ci tocca”. Nell’udienza di oggi, che farà partire il rito immediato, è prevista la costituzione delle parti e l’ascolto dei primi testi, che sono una cinquantina.

 

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