E’ la sera del 21 aprile 2006 che, come si ricava dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, il generale dei Carabinieri in pensione Domenico Cagnazzo rivela all’allora sindaco Antonio Proto Fedele che la Prefettura di Caserta ha proposto lo scioglimento del consiglio comunale di Casaluce. Alle 22.53 il generale, in una breve conversazione telefonica con il sindaco, gli rappresenta la necessitìà di incontrarsi di lì a poco in Comune. L’incontro avviene alle 23.15 nella stanza del sindaco e i toni, all’inizio, sono “gentili e pacati”.

Tre minuti dopo, alle 23.18, i due escono dalla stanza, per rientrarvi di l a poco. Ora, però, il comportamento di Proto Fedele è assai diverso: “Da tale momento si nota un evidente stato di agitazione del sindaco il quale, alla presenza del generale, con frenetico comportamento dapprima compone dei numeri di telefonia mobile ove gli interlocutori risultano non raggiungibili; successivamente, con estrema chiarezza, chiama politici a livello nazionale e regionale, quali il senatore Pasquale Giuliano, il senatore Gennaro Coronella e l’onorevole Nicola Cosentino”. Per il gip, dunque, il generale ha chiesto al sindaco di uscire dalla stanza per rivelargli la delicatissima notizia, appresa la quale Proto Fedele si è enormemente preoccupato. E’ ormai quasi mezzanotte; già vengono avviate le “strategie da intraprendere al fine di porre rimedio all’eventuale scioglimento del consiglio comunale”. Parte allora una raffica di messaggi, alcuni dei quali diretti ancora a Coronella e Giuliano. Sempre lo stesso l’argomento: la “richiesta di interessamento” affinchè‚ la proposta della Prefettura non venga accolta. L’indomani, 22 aprile 2006, Proto Fedele rivela ad un amico la proposta di scioglimento avanzata dal prefetto di Caserta Carlo Schilardi. Con questa espressione: “Quel cornuto ha mandato la cosa. Lo stesso sindaco precisa all’interlocutore: “L’ho saputo ieri sera tardi”. Di l a qualche ora, parlando con un avvocato, Proto Fedele gli riferisce le parole a suo dire pronunciate da Cagnazzo: “Sindaco, quell’uomo di merda ha fatto partire la domanda”. Quando ancora la proposta di scioglimento del consiglio comunale di Casaluce per infiltrazioni camorristiche era segreta, Proto Fedele ne parla in una lettera aperta pubblicata su un quotidiano locale e sul sito internet del Comune: un modo per cercare di bloccare il commissariamento. Il generale Cagnazzo, quindi, scrive il gip, “nell’ambito dell’intera vicenda è risultato fonte di informazioni riservate e privilegiate, potenzialmente idonee a consentire la preventiva adozione di opportuni accorgimenti da parte di Proto Fedele, specificatamente diretti a mutare il futuro scenario dell’intero contesto rappresentato”. Dall’ordinanza emerge inoltre che l’ufficiale si disse anche disponibile a procurare “il verbale o una copia della segnalazione” fatta dalla Prefettura, ma fu proprio il sindaco a sconsigliarlo: “No signor generale, non voglio mettere in difficoltà nessuno”.

 

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