”Lei conosce la moralita’ di Don Peppe Diana; lei non puo’ permettersi di dire che era al servizio del clan ne’ che riceveva gli ordini sui candidati da appoggiare”. Agostino De Caro, uno dei difensori di Nicola Cosentino, ha reagito cosi’ – durante l’udienza odierna del processo al deputato Pdl – alle dichiarazioni del pentito dei Casalesi Carmine Schiavone riferite al parroco ucciso nel 1994.

”Don Diana, i cui congiunti hanno legami di parentela con la mia famiglia – ha sostenuto tra l’altro Schiavone – sapeva della mia latitanza”. ”Don Peppe Diana ha dimostrato con i fatti e con gli scritti di essere contro i clan”, e’ stata la reazione di Valerio Taglione, coordinatore del Comitato Don Diana. ”Ognuno puo’ dire quello che vuole ma non mi sembra giusto tirare per la giacca una persona morta. Don Peppe non era un eroe, ma un cittadino che ha lasciato un testamento spirituale fondamentale per costruire un percorso in antitesi a quello dei clan”. Il processo e’ stato aggiornato al prossimo 18 febbraio quando saranno sentiti altri collaboratori di giustizia.

 

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