E’ durato circa tre ore e mezzo complessivamente l’interrogatorio ai due indagati nell’ambito dell’indagine della Procura di Napoli sulla collisione in mare avvenuta a due miglia e mezzo dalla costa di Ischia. I procuratore aggiunto Giovanni Melillo e i sostituti Giovanni Corona e Alessandro Cimmino hanno interrogato in carcere il timoniere Maurizio Santoro e il terzo comandante Mirko Perinelli della ‘Jolly Grigio’ che ha investito ieri mattina poco prima delle 9 il peschereccio ‘Giovanni Padre’ con tre persone a bordo,

una tratta in salvo da un altro peschereccio e altri due, padre e figlio inabissatisi con la motobarca. I due indagati hanno entrambi sostenuto con gli inquirenti di essere presenti al momento della tragedia nella cabina di comando e di avere visto molto tempo prima il ‘Giovanni Padre’. “Pensavamo di scansarla”, hanno sostenuto i due indagati nella sala dei colloqui del carcere di Poggioreale. Il timoniere avrebbe detto ai pm di avere esortato il terzo comandante a suonare la sirena d’allarme. Il terzo comandante si sarebbe giustificato sostenendo di averci provato ma, la sirena non funzionava. A quel punto gli inquirenti hanno chiesto via telefono ai militari della Capitaneria di porto di verificare se realmente la sirena era guasta. Ma, cio’ non corrispondeva al vero: la sirena era perfettamente funzionante. L’idea degli inquirenti e’ quella che i due uomini dell’equipaggio arrestati, al momento della tragedia non si trovassero all’interno della cabina di comando. Al timoniere risultato positivo al test antidroga i pm hanno chiesto spiegazioni. L’indagato avrebbe riferito di non essere un assuntore abituale di cocaina e di averla sniffata perche’ i ritmi di lavoro sono molto forti. Domani i pm chiederanno al gip la convalida dell’arresto e l’emissione di una ordinanza di custodia cautelare.

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